Voti bassi per le banche italiane? La realtà inganna

Le banche italiane hanno fatto bene ma non benissimo. Colpa degli indici patrimoniali post-stress al di sotto della media europea: 7,2% il core tier 1 medio per gli istituti italiani, 8,19% quello delle banche tedesche, l’11% di quelle inglesi, 9,2% per le francesi. Persino le spagnole fanno meglio: 7,5%.

Quella di una ridotta patrimonializzazione è da sempre una caratteristica del sistema Italia che non rende però giustizia alla realtà nazionale. In un articolo pubblicato questa mattina da Il Sole 24 ore, il giudizio che emerge dagli analisti consultati è unanime: le banche italiane stanno meglio di quanto possa sembrare. Innanzitutto, le banche italiane hanno fatto ricorso in modo marginale agli aiuti di Stato. In Italia, solo Mps e Banco Popolare hanno usato i Tremonti-Bond, ricevendo più di 3 miliardi. Una cifra che rappresenta il 3,6% del Tier 1 capital (aggregato), un livello ben inferiore rispetto al 14% relativo alle 34 banche europee che hanno fatto ricorso agli aiuti. Questo significa che i risultati dello stress test all’estero sono in un certo senso “drogati” dagli aiuti di Stato e che un domani, quando le banche dovranno restituire gli aiuti ricevuti, lo scenario si capovolgerà a favore di chi è andato con le proprie gambe. Non a caso in Italia il mercato non premia proprio i due istituti che a breve dovranno restituire gli aiuti.

C’è poi la questione dei titoli di stato, la cui presenza nel portafoglio delle banche italiane ha pesato sui test. I Btp e i Cct, secondo i dati di Banca Leonardo citati dal quotidiano di Confindustria, rappresentano l’84% del portafoglio di trading sui titoli governativi. Dato che negli stess test i Btp sono stati svalutati del 7,4% (più dei titoli francesi e tedeschi), i risultati delle banche italiane sono stati peggiori. Si tratta di perdite virtuali: la vita media dei titoli in portafoglio è di un anno. E questo significa che tra un anno verranno rimborsati a 100.

E se gli analisti tendono a considerare i risultati eccessivamente penalizzanti, lo stesso continua a fare il mercato, che in barba ai “voti” e per il secondo giorno consecutivo sta premiano i titoli bancari a Piazza Affari.

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