Promotori – Niente di nuovo sotto il sole

di Denis Masetti

I dati Assoreti appena diffusi sulla raccolta delle reti di promotori finanziari nel 2010, consentono una valutazione complessiva del settore. Si conferma la capacità delle reti di raccogliere in qualsiasi condizione di mercato e la prova è che in tutti i mesi dell’anno la raccolta è stata positiva, mentre il sistema bancario ha perso costantemente quote. Inoltre la composizione degli asset dei portafogli dei promotori è molto equilibrata e diversificata, con una buona quota di fondi azionari e bilanciati. Il secondo fenomeno che appare evidente è la stabilizzazione del numero dei promotori finanziari attivi, che non è cresciuto nell’anno 2010. La rete che più ha spinto sul reclutamento è stata Finanza e Futuro, del gruppo Deutsche Bank, che ha avviato un piano ambizioso per inserire nell’attività neofiti ed è cresciuta di quasi 200 promotori nell’anno. Tutte le altre società si sono stabilizzate e questo può essere considerato un bene per il settore in quanto i promotori attivi hanno consolidato portafogli e guadagni. La raccolta netta delle reti è stata di oltre 12 milardi di euro che divisi per i circa 22.000 professionisti attivi fa più o meno 550.000 euro per promotore, portando il valore del portafoglio medio a oltre 11 milioni di euro per pf. Per crescere il gruppo Azimut ha acquisito Apogeo, una piccola rete ma di grande qualità guidata, da Aldo Messa (manager di grande esperienza), mentre Fideuram ha in corso l’acquisizione di Banca Sara e dei suoi 400 promotori. Altre operazioni di rilievo non ci sono state nel corso di un anno comunque non facile: la borsa italiana ha perso nel corso del 2010 oltre il 10%, il sistema bancario mondiale è scosso da grande instabilità e per finire gli Stati piu deboli sono vicini come mai a gravi crisi finanziarie. Fare il consulente in questo contesto non è facile: i clienti cercano sicurezza, non vogliono piu perdere, ogni novità è vista con cautela e i comportamenti finiscono per essere conservativi. Nel 2010 il mercato ha offerto varie opportunità: molte borse di mercati emergenti hanno reso oltre il 50%, il Nasdaq ha brillato come da anni non si vedeva, le piazze europee e quella tedesca in particolare, hanno ben performato,le materie prime e gli strumenti correlati hanno continuato a correre. Purtroppo i risparmiatori hanno beneficiato in minima parte di tali opportunità. È evidente che sarebbe bastato inserire una piccola parte di questi strumenti, anche solo un cinque percento, per migliorare il rendimento di un portafoglio ben diversificato, correndo rischi contenuti. Tornando alle reti e analizzando i dati del 2010, appare evidente come il comportamento dei promotori sia fortemente correlato,e quindi condizionato, dalle strategie del gruppo di appartenenza. Infatti le reti emanazione di gruppi assicurativi quali Allianz e Generali hanno venduto prodotti assicurativi in percentuale molto superiore agli altri operatori; Fideuram ha stravinto nella raccolta e il gruppo Intesa Sanpaolo è il primo gruppo italiano del risparmio gestito, la raccolta Mediolanum si è fortemente orientata verso i nuovi prodotti a tasso minimo garantito, ulteriore brillante idea di Ennio Doris, che la casa ha promosso con grandi campagne pubblicitarie. Questo argomento stride con la presunta libertà con cui i promotori possono interpretare la loro attività, nella massima indipendenza e con una grande disponibilità di prodotti da offrire alla propia clientela, ma in realtà il condizionamento delle case mandanti è evidente. Questa valutazione non vale per i singoli operatori, che possono certamente non essere allineati e proporre soluzioni completamente su misura del cliente, ma lascia spazio a un dibattito con chi sostiene che la consulenza indipendente è un’altra cosa. Purtroppo la consulmenza indipendente fa fatica a farsi strada in Italia, lo dicono i numeri e le difficoltà burocratiche che stanno di fatto impedendo il nascere di nuove realtà nel panorama della consulenza. Quindi cosa possiamo aspettarci nel 2011? Poche novità, i grandi gruppi si consolideranno, per le piccole Sim la vita sarà sempre piu dura: le procedure, i balzelli, i controlli, la burocrazia stanno rendendo l’attività sempre piu complicata e di fatto costosa, oltre che rischiosa. Il trend avviato con la nascita delle Sim in Italia ,che ha di fatto concentrato il mercato, è ancora dominante. Niente di nuovo sotto il sole.

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