Promotori – Parla il Presidente del Consiglio

Drago Biafore, un nome che di certo non passa inosservato. Dal 1994 socio Anasf, promotore finanziario certificato, è membro dell’Allianz Bank Advisors Academy. Consigliere regionale Anasf dal 2003, eletto Coordinatore regionale nel 2007, è al suo secondo mandato come Coordinatore regionale Anasf dell’Emilia Romagna e al suo primo come Consigliere nazionale. È stato eletto Presidente del Consiglio Nazionale nella riunione del 24 maggio 2011, carica che ricoprirà per due anni, come da modifiche statutarie effettuate a Parma. Lo abbiamo intervistato in esclusiva per BLUERATING.

Lei è il nuovo presidente del Consiglio Nazionale Anasf. Cosa significa per lei questa esperienza?

Significa lo sviluppo di un’esperienza iniziata nel 1995 come semplice iscritto all’associazione, poi dal 1998 al 2006 come componente del comitato regionale dell’Emilia Romagna e dal 2006 ad oggi come coordinatore. Quindi, vengo da un’esperienza sul territorio dove vivono e lavorano i promotori. È stata un’esperienza bellissima vissuta con tutti i colleghi. Sul territorio si lavora sulle cose concrete, sulle cose da fare per migliorare e tutelare la nostra professione. Si respira un’aria di partecipazione, di discussione, di impegno a fare qualcosa al di là della casacca che indossa ognuno di noi. Questo clima, questo modo di intendere l’associazione è un dato diffuso in tutto il territorio nazionale ed è un elemento di forza straordinaria di Anasf. Vorrei trasferire questo clima, questa esperienza nel Consiglio Nazionale perché sono sicuro che l’associazione acquisirebbe un nuovo slancio di cui c’è tanto bisogno.

Quali sono a suo avviso i principali obiettivi che l’associazione deve porsi nei prossimi anni?

Ottenere anche sul piano formale il riconoscimento della nostra professionalità e cioè quello di Pianificatori Finanziari e Previdenziali e non più quella di promotori finanziari, definizione ormai superata; un nuovo contratto che contenga pienamente l’applicazione dell’art. 4 della MiFid e cioè la consulenza come asse portante della nostra attività. Dobbiamo definire un nostro progetto da confrontare con le mandanti e gli altri attori del mercato; elaborare un progetto per favorire l’accesso dei giovani alla nostra professione coinvolgendo le società mandanti attraverso incentivi economici e piani formativi mirati; un ulteriore impulso alla formazione valorizzando EFPA per accrescere le nostre competenze in tutti i campi; azioni più energiche sui temi delle tutele, fiscale ed in particolare previdenziale, ottenere una nostra presenza in ENASARCO per tutelare i diritti acquisiti ed avviare anche una forma previdenziale autonoma. Questi sono alcuni degli obiettivi su cui l’associazione dovrà impegnarsi coinvolgendo le organizzazioni territoriali e tutti i promotori finanziari iscritti e non iscritti. Sono fra i temi più dibattuti ed emersi al recente Congresso di Parma che hanno ottenuto un grande consenso fra i delegati. Tutte le energie dell’associazione dovranno essere concentrate su questi argomenti. È su questi temi che ci giochiamo la credibilità come dirigenti dell’associazione.

Cosa risponde a chi giudica l’attuale composizione degli organi dell’associazione poco “pluralista”?

Rispondo che si tratta di una polemica pretestuosa che non si basa su dati effettivi. Le modifiche regolamentari introdotte nello statuto al Congresso di Parma vanno nella direzione di avere organi più efficienti e responsabili. Le modifiche hanno da un lato rafforzato il ruolo del Consiglio Nazionale quale organo politico e di indirizzo in quanto espressione del voto degli associati; sono state modificate le modalità di elezione del Comitato Esecutivo introducendo la possibilit< Nessuno(a)>che a farne parte non siano soltanto i membri del Consiglio Nazionale com’è avvenuto fino adesso, ma tutti i pf sulla base delle disponibilità, delle competenze e del rinnovamento. Il nuovo Comitato Esecutivo oggi conta ben sette colleghi di prima nomina e se proprio vogliamo parlare di casacche sono rappresentate ben sette società, 2 in più rispetto al precedente. Fatto ancora più significativo che per la prima volta dopo 33 anni, nel Comitato Esecutivo è stata eletta una collega. In termini di rappresentanza è la medesima della composizione del Consiglio Nazionale. Dire che non è pluralista significa negare l’evidenza. Su quest’argomento ho letto affermazioni davvero stupefacenti che danno l’impressione di essere ancora in campagna elettorale. Sarebbe auspicabile un atteggiamento più rispettoso dei dati oggettivi e soprattutto sarebbe opportuno cominciare a sporcarsi le mani sui temi che interessano i promotori, e su questo giudicare i nuovi organismi. Il resto è polemica.

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