Banca Generali, Motta: i bancari in esubero sono il futuro delle reti

B. GENERALI APRE LE PORTE AI BANCARI – La rete di promotori finanziari di Banca Generali apre le porte ai bancari in esubero. In un’intervista rilasciata ad Affari & Finanza, Piermario Motta, a.d. della società di raccolta del risparmio del Leone di Trieste, affronta il delicato tema dei tagli di posti di lavoro all’interno degli istituti di credito e lancia una proposta: potrebbero essere le stesse banche ad accompagnare i dipendenti in uscita verso il mondo della promozione finanziaria, organizzandosi per consentire questa evoluzione.

UNA TRASFORMAZIONE CON IL SOSTEGNO DELLE BANCHE – “Penso si possa immaginare che gli istituti sostengano queste persone  per qualche anno con uno stipendio e affidando loro dei clienti, finché non saranno in grado di mantenersi da sole dalla consulenza qualificata”, ha detto Motta. Certo è che le reti – a partire da Banca Generali  rappresentano un’opportunità per i bancari in esubero, continua il manager: “la nostra rete dispone di circa 1.500 promotori, che ogni anno crescono di un numero compreso tra 50 e 60. Ebbene, questi nuovi promotori sono quasi tutti bancari”. E sono anche produttivi, se si pensa che, in media, “generano asset in gestione supplementari per 4-500 milioni l’anno”.

NON TUTTI I SONO ADATTI PER IL PASSAGGIO – Chiaramente è necessario considerare i profili in uscita dagli istituti di credito caso per caso: “non è pensabile convertire profili dalle esperienze più disparate, seppur di provenienza bancaria, verso una professione che implica non poche complessità e che, ricordiamo, passa attraverso il vaglio di un esame specifico. Ma una parte di queste, anche se di minoranza, potrebbe sicuramente cogliere le opportunità che stanno vivendo oggi le reti”.

BANCHE E RETI NON SONO PIU’ CONCORRENTI – Tanto più che, alla luce del mutato contesto, le reti di promotori finanziari non costituiscono più un’alternativa in concorrenza con gli sportelli bancari, osserva Motta, ma piuttosto come “strutture che si affiancano, completandosi”. E’ dunque il momento che le banche riconsiderino  tutta questa vicenda con occhi nuovi, conclude l’a.d. di Banca Generali.

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