Venditori e poco più? La consulente non ci sta e risponde a Il Fatto

Sono state numerose le voci di protesta in seguito al recente articolo a firma Vincenzo Imperatore su Il Fatto quotidiano (qui l’articolo che lo riprende). Di seguito vi riportiamo un commento inviatoci da una nostra lettrice. E voi cosa ne pensate? Inviateci le vostre riflessioni.

Buongiorno,sono una consulente finanziaria dal 1994 iscritta all’Albo ;desidero esprimere esprimere il mio rammarico e il mio disappunto , per l’articolo pubblicato su Il Fatto dell’8 agosto scorso su i cosiddetti “cambi di casacca” del Sig.Vincenzo Imperatori.

Ci sono molte inesattezze: intanto non mi definisco un venditore “porta a porta”, senza nulla togliere a chi lo è ma in ben altri settori; tra questi non rientra certamente il servizio di consulenza finanziaria ,disciplinato da varie direttive comunitarie e legislazione nazionale. In 26 anni di professione ho cambiato 1 volta sola società e il motivo era che la banca per la quale lavoravo mi stava costringendo ,con varie modalità ,a collocare principalmente i prodotti di casa ,più remunerativi soprattutto per le strutture manageriali…ma è stata l’unica volta,per il resto ho sempre lavorato in strutture che mi hanno dato la libertà di mettere il cliente al primo posto ,come dovrebbe fare qualunque professionista che si definisca tale..i clienti oggi sono sufficientemente informati da poter capire se c’è qualcuno che sta approfittando di loro e quindi liberi di scegliere se seguire o meno il proprio consulente ,come peraltro accade in qualunque altro settore;inoltre non è vero che noi consulenti collochiamo solo i prodotti della banca;abbiamo si un unico mandato per legge ma possiamo collocare i prodotti delle più grandi case di gestione al mondo …in conclusione ,come in tutte le professioni non escludo che ci possano essere comportamenti scorretti ma non rappresentano certo la norma .Mi meraviglio come un giornale che ritenevo serio come Il Fatto autorizzi la pubblicazione di questi attacchi gratuiti ad una categoria di professionisti ,creando solo disinformazione e un inutile allarmismo ai risparmiatori italiani i quali mancando di cultura finanziaria,avrebbero invece bisogno di fonti di informazione più affidabili e serie. Grazie per l’attenzione

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