Assoreti: nella relazione 2020 la sintesi di un anno eccezionale

Assoreti, l’associazione nazionale delle società per la consulenza agli investimenti, ha redatto la consueta relazione Annuale, questa volta relativa all’anno 2020, disponibile anche sul sito internet dell’Associazione: www.assoreti.it.

Nell’ambito delle attività finanziarie delle famiglie italiane, che a fine settembre 2020 risultavano pari a 4.421,2 miliardi di euro (ultimo dato disponibile – Banca d’Italia), si rileva come l’incidenza degli asset di pertinenza delle reti di consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede sia aumentata di 0,4p.p. rispetto all’anno precedente, con una rappresentatività sulla ricchezza finanziaria totale che saliva così al 14,3% (tav.1.1). Delimitando il confronto a quella parte del portafoglio delle famiglie italiane costituito dai prodotti che compongono l’offerta degli intermediari finanziari – prodotti del risparmio gestito, strumenti finanziari amministrati (escluse le partecipazioni) e depositi, la cui valorizzazione complessiva è stimabile a 3.257,5 miliardi di euro -, si rileva come almeno il 19,3% sia riconducibile all’attività delle società aderenti all’Assoreti, realizzata tramite i propri consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede.

Le reti consolidano il proprio ruolo anche nell’ambito del risparmio gestito: la capacità di sostenere la domanda in una fase di straordinaria incertezza ha determinato flussi di raccolta netta positivi e l’aumento della quota di mercato che, a fine anno, ha raggiunto il 24,7% degli asset complessivi (+0,3p.p. rispetto all’anno precedente) (tav.1.2). In particolare, con riferimento all’industria degli organismi di investimento collettivo del risparmio di tipo aperto, il contributo delle reti – diretto e indiretto – si è tradotto in un flusso di risorse nette superiore a quanto osservato nel corso dell’anno precedente e pari a 21,1 miliardi di euro, rivelandosi perciò determinante per il raggiungimento del risultato finale relativo all’intero sistema delle gestioni collettive aperte (tav.1.3). La dinamica ha, quindi, comportato la crescita della quota delle reti, espressa in termini patrimoniali, che a fine anno ha raggiunto il 33,9% (+0,6p.p. nel confronto con il 2019). A tale risultato contribuiscono sia i volumi di raccolta netta realizzati in ambito assicurativo, rispetto al quale la quota di mercato delle reti sulle riserve tecniche sale di 0,5p.p. e si attesta al 19,7%; sia la raccolta realizzata dagli intermediari, tramite l’attività svolta dai propri consulenti finanziari abilitati alla offerta fuori sede, sulle gestioni patrimoniali individuali, nei confronti delle quali la rappresentatività in termini patrimoniali raggiunge il 49,2% (+2,5p.p.).

Per scaricare la relazione annuale completa cliccate qui.

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