Unicredit – Commerzbank, salta la fusione ma i titoli volano

Nonostante la guerra in corso in Ucraina, Unicredit e Commerzbank volano in borsa. Come scrive Il Sole 24 Ore, la banca italiana sale dell’1,8% a 9,94 euro, mentre quella tedesca del 4% a 7,09 euro. I due gruppi tornano al centro dell’M&A. Dopo la chiusura delle trattative tra l’istituto milanese e il Mef sull’acquisizione di un perimetro di Mps, l’ad Andrea Orcel ha rilasciato un’intervista a Bloomberg Tv nella quale emerge lo spirito della banca di essere un gruppo dal respiro europeo. Nel frattempo, il Financial Times ha riportato che è tornato il vecchio progetto di una fusione in Germania tra Unicredit e Commerzbank, di cui si era già parlato in epoca pre-Covid.

Il piano di una fusione in Germania pare abbia però perso forza dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia lo scorso 24 febbraio. Un’operazione che avrebbe permesso a Unicredit di rafforzare ulteriormente il proprio posizionamento nella prima economia dell’Eurozona, diventando in questo modo il secondo gruppo con oltre 780 miliardi di euro di asset e oltre 1000 filiali. In ogni caso i due titoli corrono, e il mercato pare non creda alla chiusura della possibile operazione.

Durante l’intervista a BloombergTv, l’ad Orcel ha spiegato che “Unicredit è stata costruita con una visione e la visione doveva essere la banca per l’Europa”. Il manager ha poi citato l’unione bancaria, che una volta completata permetterà di effettuare più facilmente le operazioni di fusione trasfrontaliera e la capital markets union.

Unicredit infatti è “in una posizione unica” per trarre vantaggio da legami finanziari più stretti nell’Unione Europea, vista la sua presenza in ben 13 paesi. E anche se l’unione bancaria resta un punto interrogativo, la guerra ha favorito uno spirito di cooperazione che potrebbe guidare l’integrazione.

“Vogliamo rafforzare la nostra posizione nel nostro perimetro. Se troviamo acquisizioni che abbiano un senso strategico, rafforzano la nostra posizione, accelerano il piano che abbiamo nel singolo Paese o nei segmenti di clientela che abbiamo e ciò può essere fatto a condizioni interessanti, lo faremo”, ha riferito Orcel.

Nel corso del primo trimestre, Unicredit ha effettuato svalutazioni e accantonamenti per esposizioni alla Russia e all’Ucraina per quasi 2 miliardi di euro.

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