Consulenza, le confessioni di un ex bancario pentito

Pubblichiamo di seguito una mail inviataci da un nostro lettore, sedicente consulente che rimpiange la vita da bancario. Vi invitiamo a scriverci a [email protected].

Buongiorno a tutti, accolgo con piacere il vostro invito all’invio di commenti sperando che quanto scritto possa essere pubblicato. Voglio qui raccontare, in forma privata, la mia delusione verso una professione, quella di consulente, che ho deciso di intraprendere alla soglia dei quarant’anni, dopo un periodo importante vissuto in banca da dipendente. La mia non vuole essere una critica, semplicemente voglio cercare di avvisare altri potenziali colleghi bancari sulle difficoltà che potrebbero trovare adottando questo “salto” professionale. Personalmente faccio davvero fatica ad adattarmi ai nuovi ritmi, non per la complessità in se, ma per il fatto che la spinta commerciale è estrema. Di fatto subisco pressioni quotidiane per “vendere” cosa che, diciamoci senza ipocrisia, capita anche in banca ma non con questa intensità. Inoltre in banca, va detto, le garanzie per i dipendenti sono molte, così come le tutele, mentre ora mi ritrovo di fatto da solo ma con incombenze addirittura maggiorate rispetto al passato. In sostanza: meno garanzie ma ancora più pressione da parte della mandante, nonostante formalmente si sia liberi professionisti. Ecco, il libero professionismo tanto sbandierato e che di fatto mi aveva spinto al passaggio io l’ho trovato solo di facciata. Di fatto mi sento dipendente senza le garanzie. Certamente poi chi magari ha una propensione spiccata per il commerciale può trovarsi molto più stimolato dalla situazione e con un potenziale di guadagno monetario assolutamente imparagonabile a quello di un dipendente puro bancario. Ma questo credo non faccia per me, sto già cercando di “tornare alla base”, nonostante un esame passato con successo e più di un anno di fatiche sul campo. Vedremo, magari semplicemente c’è chi ha la stoffa per fare il consulente e chi no. Basta però non spacciare l’idea che sia una professione alla portata di tutti, specie per chi proviene dal mondo bancario.

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