Cari consulenti, ecco perché stiamo raccogliendo (quasi) solo amministrato

Pubblichiamo di seguito il testo di una mail inviataci da un nostro lettore che fa il punto su un tema caldo del momento, ovvero la “penuria” di raccolta di risparmio gestito. Come sempre vi ricordiamo che potete inviarci le vostre riflessioni a [email protected].

Buongiorno, vi scrivo, con speranza di pubblicazione, per intervenire su un tema che ho visto da voi trattato più volte. Sto parlando della distribuzione della raccolta nel 2023, in particolare faccio riferimento alla questione della “pochezza” del risparmio gestito rispetto al 2022. Io ritengo sia un argomento che non debba generare nessun allarme. Chiaramente questa dinamica andrà a pesare sul bilancio delle reti, ma ritengo sia del tutto fisiologica in seguito a quello che è stato l’andamento dei mercati nel 2022. Diciamoci la verità, i rendiconti di fine anno, dove le performance non sono state certamente brillanti nella maggior parte dei casi, hanno portato diversi clienti a spostare i propri capitali. Ovviamente non tutti lo hanno fatto e chi ha deciso di rimanere si sta godendo un 2023 certamente interessante. Proprio qui il nostro lavoro di consulenti è fondamentale: in momenti nei quali è forte la spinta emotiva al disinvestimento,  bisogna trasmettere alla clientela la cultura del lungo termine, come ha detto bene un collega su LinkedIn (qui l’articolo). Insomma, niente allarmismi, e prepariamoci a una ripartenza del gestito nei prossimi mesi, secondo me già da settembre, quando l’onda emotiva sarà smorzata e avremo dei numeri interessanti da mostrare ai clienti più timorosi. Vi ringrazio per l’attenzione.

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