Consulenti, 3 regole da dire al cliente per creare un pac vincente

Chi mi segue conosce la mia propensione personale per i Pac quale strumento ordinato, costante, spesso vincente per la gestione del risparmio individuale. Ripropongo il tema nell’attuale scenario anche alla luce di alcuni risultati realizzati in un adeguato orizzonte temporale, anche su asset class non tradizionali e decorrelate. Il risparmiatore assume un atteggiamento passivo, sottoscrivendo il piano e affidandosi alla qualità del parametro offerto dal prodotto selezionato e all’abilità dei gestori nel muoversi sfruttando volatilità interna e andamento differenziato dei singoli strumenti selezionabili. Sono necessari alcuni comportamenti.

In primo luogo, destinare al Pac somme periodiche idonee alle proprie capacità, non solo di risparmio quanto di esigenze future di spese che potrebbero imporre disinvestimenti. In secondo luogo, accettare asset più rischiosi ma correlati negativamente, guardando al portafoglio e non ai singoli strumenti. In terza battuta, disinteressarsi, senza però distrazioni, degli inevitabili momenti di difficoltà nella quotazione del prodotto, mantenendo l’orizzonte temporale originario che deve comunque essere ampio (10/15 anni). È il concetto di investimento lazy (pigro), ma quale scelta utile che combina quattro fattori: rischio, rendimento, tempo e dimensione dell’investimento.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!