BlackRock, italiani preoccupati per i propri investimenti

In tema di decisioni sui propri risparmi, la confidenza degli investitori italiani scende al minimo degli ultimi quattro anni: si va, infatti, dal 49% del 2014 al 31% del 2017. Il dato emerge dall’indagine internazionale Global Investor Pulse firmata BlackRock che esprime il sentiment di oltre 28mila investitori nel mondo di età compresa tra i 25 e i 74 anni rispetto al contesto attuale di mercato, alla loro propensione al risparmio, all’investimento in un’ottica di medio lungo termine e alla pianificazione pensionistica. Tra gli italiani, in particolare (un panel di 2000 intervistati) emergono alcuni timori significativi tra cui l’aumento delle tasse (47%), l’elevato costo della vita (46%) e il tema della pianificazione della pensione (39%). Su quest’ultimo punto, gli italiani sono consapevoli e preoccupati di non poter fare affidamento esclusivamente sullo Stato per una pensione che consenta loro di vivere sereni. Sul fronte dell’educazione finanziaria, emerge la sua scarsa diffusione nel nostro paese. Mentre dall’indagine, «si vede che l’attitudine ad affidarsi a un consulente finanziario è cresciuta negli ultimi tre anni. Tra le diverse tipologie di consulenti, gli italiani si rivolgono al consulente bancario (59%), al consulente finanziario appartenente a una rete (24%) e al private banker (11%). Il canale bancario resta la principale fonte di informazione con il 38%, seguita dai consulenti finanziari con il 31%. I Millenials risultano essere la categoria più incline all’uso di strumenti digitali (55%)», ha commentato Luca Giorgi, direttore commerciale di Blackrock Italia.

Domina l’incertezza su come investire la liquidità. «Un quarto degli intervistati dichiara di non aver pensato a una precisa destinazione per la liquidità in portafoglio e il 77% non sta valutando la possibilità di impiegarla. Il 54% della liquidità è destinata alle spese mensili, a quelle future e alle emergenze, solo il 10% viene riservato a opportunità di investimento e il 13% per piani di investimento a lungo termine. Il 17% degli italiani non ricerca un orizzonte di investimento particolare e la durata media degli investimenti dichiarata è di poco inferiore ai 5 anni e quest’ultimo aspetto suggerisce la necessità di una migliore pianificazione. Un dato, poi, su tutti: tra gli intervistati che non stanno investendo, il 54% vorrebbe un rendimento medio annuo molto alto per iniziare a investire la propria liquidità, dal valore del 10,9%. I benefici dei fondi di investimenti sono ancora poco noti, la diversificazione è un beneficio conosciuto dal 28% ma solo il 19% lo ritiene importante. Il 23% poi conosce in modo adeguato gli Etf ma solo il 5% li detiene», ha spiegato Carlo Balzarini, direttore marketing di Blackrock Italia.

La tecnologia sugli investimenti. La ricerca online risulta la fonte più utilizzata e di cui ci si fida di più. Il 43% degli italiani si affida a fonti online per affrontare decisioni di investimento di lungo termine ma solo il 29% le ritiene importanti. Intanto il 64% degli italiani monitora i propri investimenti online, un dato inferiore solo a Cina (83%) e Giappone (67%). «Quanto alla conoscenza del servizio di robo advisory, svetta la Cina (77%) mentre gli italiani sono in linea col resto del mondo (46% contro il 40% della Francia e il 47% degli Usa). Il 57% degli italiani pensa che potrebbe ricorrere a un servizio di robo advisory nel prossimo anno», ha precisato ancora Giorgi.

Piani pensionistici. La riforma della previdenza e la necessità di iniziare fin da ora a costruire un piano pensionistico sono concetti noti a circa tre quarti degli intervistati tuttavia meno del 40% ritiene questi argomenti importanti. In questo contesto, anche il tema della longevità non sembra suscitare particolare interesse. Sta di fatto che solo il 56% si ritiene responsabile del proprio futuro previdenziale. «Questo è il valore più basso a livello globale», ha spiegato Balzarini. La percentuale, infatti, sale all’83% negli Usa, al 79% in Giappone e al 76% in Europa (in Germania il dato lievita all’86%). Chi sosterrà quindi gli anni della pensione? Il 31% degli italiani risponde: i figli. Il 24% pensa sarà il partner e solo il 16% pensa sarà lo Stato. Gli unici che stanno investendo su questo fronte in misura superiore sono gli affluent, ovvero chi ha un reddito annuo lordo superiore ai 100mila euro e una capacità di investire superiore ai 100mila euro. Il 49% degli intervistati, del resto, sostiene di non guadagnare abbastanza per iniziare a risparmiare per la pensione e il 35% aumenterebbe i contributi se guadagnasse di più, il 34% se ci fossero incentivi fiscali, il 21% se avesse spese più basse. Il 16% vive alla giornata. L’italiano risparmia in media l’8% dello stipendio mensile. Come ottenere quindi un reddito per la vecchiaia? «Un dato sorprendente è che il 17% degli italiani pensa di tenere la liquidità in banca e beneficiare degli interessi», ha concluso Balzarini. L’Italia sul tema è dunque il fanalino di coda. Regna sovrana la confuione e solo il 10% è convinto di essere sulla strada giusta per il proprio futuro previdenziale.

Donne, Millennials e super investitori. Questi sono chiamati dall’indagine temi trasversali. Sul primo punto, le donne sono più caute nell’approccio agli investimenti, meno attive nell’interessarsi alla pensione e più pessimiste sul futuro. Tuttavia sono più soddisfatte del servizio di consulenza finanziaria che ricevono. I Millennials tendono a essere più positivi per il proprio futuro rispetto alle altre generazioni. Tutto passa online: è la fonte ritenuta più affidabile e sono disposti a fare investimenti attraverso questo canale. Infine, i super investitori, ovvero chi è molto preparato sul tema investimenti, sono i più positivi sul proprio futuro finanziario, hanno iniziato a risparmiare per la pensione e ricercano attivamente informazioni su come costruire un portafoglio.

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