Consulenti, le polizze sono il vero vaccino anticrisi

La ricetta per convincere i risparmiatori italiani ad investire nella fase attuale potrebbe essere quella che vede come ingredienti principali le polizze vita  legate alle gestioni separate (ramo I), un prodotto di investimento che, come sottolinea MF, viene considerato dalle reti un’alternativa ai fondi da proporre ai risparmiatori per impiegare la liquidità in eccesso sui conti correnti. Assenza di imposta di bollo dello 0,2% annuo sul capitale investito, tassazione dei risultati al momento dell’incasso del capitale, rendimenti attorno al 2% annuo netto, con una certa stabilità di fronte alla volatilità dei mercati ( sembrano essere quasi immuni da oscillazioni di azioni e spread) sono difatti le principali motivazioni che rendono così allettanti questi prodotti finanziari.

Come emerge dagli ultimi dati Ania, nel 2019 le gestioni separate hanno reso il 2,84% medio lordo, dal 3,03% del 2018 e dal 3,13% del 2017. Nell’ultimo quinquennio il rendimento medio annuo lordo è stato del 3,2% a fronte dello 0,5% di inflazione. E anche i risultati messi a segno quest’anno sono in linea. Le compagnie certificano i rendimenti ogni anno, quindi l’ultimo dato ufficiale è quello del 2019, ma in base a una rilevazione effettuata da MF-Milano Finanza sulle gestioni separate che pubblicano i dati ogni mese, emerge che a fine agosto il rendimento medio si è attestato su questi livelli. In poche parole le gestioni separate sembrano aver retto anche al calo dei rendimenti che tutto il mondo delle obbligazioni sta sperimentando da mesi.

Altri vantaggi riguardano l’esenzione dell’imposta di successione (con la possibilità di designare il beneficiario), l’impignorabilità e insequestrabilità. Anche per questi motivi vengono considerate dalle famiglie non solo come strumenti di risparmio, ma anche come una forma di protezione nei confronti di possibili conseguenze finanziarie avverse che possono derivare da diversi eventi della vita.

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