L’European Fund and Asset Management Association (EFAMA) ha pubblicato un nuovo studio che approfondisce i fattori chiave che incidono sui costi al netto dei costi di consulenza e di distribuzione sostenuti dagli investitori retail in relazione ai fondi azionari e obbligazionari Ucits.
Ecco di seguito le principali evidenze del report.
- Il costo medio netto dei fondi Ucits azionari e obbligazionari destinati agli investitori al dettaglio ha continuato a diminuire negli ultimi anni. Una tendenza che può essere attribuita all’aumento degli investimenti passivi, alla maggiore trasparenza dei costi e ai progressi tecnologici che riducono i costi operativi.
- La dimensione del fondo è un fattore cruciale che influenza i costi. Quelli che comperendono le maggiori big cap vantano costi medi relativamente inferiori rispetto a quelli legati alle azioni più piccole in tutte le sottocategorie. Ciò è attribuito alle economie di scala che consentono ai fondi di distribuire i costi fissi su una base patrimoniale più ampia.
- Mentre il costo medio dei fondi azionari Ucits si rivela inferiore a quello dei fondi comuni statunitensi, il costo medio ponderato per le attività dei fondi comuni statunitensi è significativamente inferiore. Una discrepanza che può essere attribuita alle dimensioni e all’elevato grado di integrazione del mercato statunitense dei fondi comuni d’investimento, che consentono ai gestori di fondi di sfruttare una base di clienti considerevole e di ottenere sostanziali economie di scala.
- Gli azionari più recenti tendono a comportare costi inferiori. Poiché non hanno un track record di performance consolidato, i fondi più recenti spesso applicano commissioni inferiori per attirare gli investitori.
- Oltre alle dimensioni, anche fattori quali la strategia di investimento e la focalizzazione geografica influiscono sui costi dei fondi. I fondi che investono in specifiche classi di attività o regioni geografiche possono infatti comportare costi di ricerca più elevati.