La rincorsa tra tassi e ripresa

UN 2012 TURBOLENTO – Il 2012 è stato un anno piuttosto turbolento. Tuttavia i mercati – sebbene segnati da un’alta volatilità generata spesso dalle vicende dell’eurozona, a cominciare dalla crisi greca che ha tenuto banco per gran parte dell’anno – hanno riservato qualche soddisfazione. Il Ftse Mib, al momento in cui scriviamo, è riuscito a restare sopra il dato di inizio anno anche se solo di un 5%; il mercato dei titoli di Stato ha vissuto un anno da protagonista; anche il forex ha dato molti spunti operativi.

UN MOMENTO DI TRANSIZIONE – Ma ovviamente si è trattato di un anno di transizione, anche perché per ora non si intravede la fine del tunnel. Ernst & Young ha reso noto in questi giorni il suo studio, da cui esce un quadro a macchia di leopardo non privo di qualche speranza. Ci sono molti ostacoli significativi da superare prima che possa prendere il via un qualsiasi tipo di recupero.

LE PREVISIONI DI ERNST & YOUNG – Le previsioni di Ernst & Young mettono in conto una contrazione del Pil dell’area euro dello 0,2% per il 2013, con una modesta ripresa dell’1,3% all’anno dal 2014 al 2016. Simili tassi di crescita sono attesi per il resto del decennio. Il rapporto di Ernst & Young pronostica anche un calo dell’1,2% degli investimenti fissi nel 2013, dopo la flessione stimata del 3,6% nel 2012. Considerato che verranno adottate ulteriori politiche nel 2013 per garantire la sopravvivenza della zona euro, la fiducia delle imprese dovrebbe gradualmente migliorare ed è possibile una crescita degli investimenti del 2,3% nel 2014. In compenso, non dovrebbero crescere i tassi d’interesse. La Bce li manterrà invariati fino al 2017, poiché con l’ombra di previsioni orientate al ribasso la deflazione è più un rischio rispetto all’inflazione. L’inflazione dovrebbe dimezzarsi, dal 2,5% del 2012 all’1,3% del 2015.

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