Dove investire nel 2014? Te lo dice Morgan Stanley in dieci punti

L'ANALISI DELLA BANCA – “Con l’indice Msci World in rialzo del 140% dal minimo del marzo 2009 e vicino ai massimi (nominali) di tutti i tempi, è logico chiedersi se la crescita sia ancora sostenibile”. È l'analisi riportata da Milanofinanza.it, da cui sono partiti gli specialisti di Morgan Stanley per valutare lo scenario dei mercati finanziari sviluppati ed emergenti nel 2014. Ecco in dieci punti i consigli d'investimento della banca d'affari americana per il prossimo anno.

1) Azioni al top. Nel portafoglio globale le azioni sono l’asset class preferita grazie alle prospettive di ripresa, anche se moderata, dell’economia globale nel 2014, supportate da politiche monetarie accomodanti. Nonostante il rally già registrato dai listini quest’anno, le valutazioni relative non sono troppo alte rispetto ai titoli di stato e saranno trainate dall’aumento degli utili aziendali (eps).

2) In prima fila Wall Street. Nella scelta dei Paesi, gli Stati Uniti e il Giappone sono i listini preferiti perché hanno il migliore profilo rischio-rendimento. L’indice nipponico Topix ha un potenziale a 12 mesi che va dal 10% (1.409) nello scenario base al 46% (1.840) in quello più ottimista, mentre per lo S&P500 gli incrementi attesi sono rispettivamente del 12% (2.014) e 34% (2.414). Il rating sulle azioni europee è invece stato abbassato da overweight (sovrappesare) a neutral (neutrale), sebbene lo spazio di rialzo previsto vada dal 10 al 42%.

3) I settori con più chance. Sul mercato americano i settori che hanno le maggiori chance di ulteriore crescita sono il farmaceutico, la tecnologia e il chimico perchè sono decisamente meglio posizionati rispetto ai beni durevoli, ai consumi discrezionali, agli industriali e all’energia.

4) Emergenti in difficoltà. Le borse dei Paesi sviluppati continueranno a salire più di quelle emergenti, anche se i livelli di valutazione delle prime sono diventate elevate. I mercati che ne risentiranno di più sono Brasile, Turchia, Sud Africa, India e Indonesia, dove si terranno inoltre le elezioni presidenziali o parlamentari nel periodo che va da maggio a ottobre.

5) Più cauti sull’Europa. Gli specialisti delle banca d’affari americana hanno abbassato il rating sulle azioni e i corporate bond europei da sovrappesare a neutrale. Si consiglia esposizioni long in Spagna, Grecia, Portogallo e Slovenia. Sulle borse del Vecchio Continente sono rialzisti sul settore finanziario mentre sono ribassisti sui titoli ciclici.

6) Meglio la Cina. Sulle azioni cinesi gli analisti di Morgan Stanley sono ottimisti poiché credono nell’impatto positivo dell’agenda di riforme a medio e lungo termine, sebbene il deleveraging rappresenti una sfida nel breve periodo.

7) Occhio al roe. Il tema forte del 2014 per selezionare le azioni dei Paesi emergenti è la crescita del roe, cioè della redditività del capitale investito, che si trova soprattutto nei settori software, media, auto e semiconduttori.

8) Focus sui titoli di stato. I rendimenti dei titoli di stato dei Paesi sviluppati saliranno durante il 2014 portando a una maggiore volatilità dei tassi. In particolare i Bund tedeschi beneficeranno al meglio di questa situazione, più dei Treasury Usa e dei Gilt inglesi, mentre i bond nipponici saranno quelli che soffriranno di più. Il rendimento del decennale Usa a fine 2014 è previsto 3,45%, quello del Bund 2,20%, Gilt al 3,40% e bond nipponico all'1,10%.

9) Si rafforza il dollaro. Il biglietto verde continuerà a rafforzarsi nei confronti delle principali valute, supportato dalla migliorata congiuntura Usa e dai maggiori ritorni sul capitale. Il cambio euro/dollaro è previsto 1,24 nell'ipotesi base e 1,37 in quella rialzista. Fra le monete emergenti gli esperti sono ottimisti su zloty, nuovo shegel israeliano, won coreano e peso messicano. Consigliano invece di sottopesare rupia indonesiana, lira turca, rublo russo, rand sudafricano e rupia indiana.

10) Spread in calo. Lo spread di Eurolandia è destinato a ridursi ulteriormente. In particolare lo spread a 5 anni della Spagna scenderà di 70 punti base nel 2014, mentre quello italiano di soli 40 punti base. Per la Francia il calo sarà di 6 punti base e per il Belgio di 20. La situazione dell’Irlanda dovrebbe migliorare in maniera considerevole, tanto da portare a un calo dello spread di 60 punti base.

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