Investimenti: il valore dell’adattamento al global warming

L’adattamento ai cambiamenti climatici non è mai stato più urgente. L’ultimo rapporto dell’IPCC sui cambiamenti climatici avverte che le opzioni di adattamento oggi praticabili ed efficaci si faranno sempre più scarse e meno adeguate con l’aggravarsi del riscaldamento globale. Oltre agli sforzi per ridurre le emissioni di gas serra, le società e le economie dovranno investire in tecnologie e infrastrutture che consentano loro di diventare più resilienti a un clima più caldo.

In questo scenario, ecco di seguito la view in ottica di investimento di Daniel Wild, Chief Sustainability Officer di Bank J. Safra Sarasin.

Sebbene il riscaldamento globale colpisca tutte le nazioni, sono i Paesi a basso reddito a subire alcuni degli effetti peggiori, sperimentando ondate di caldo, inondazioni e siccità più gravi. Questo nonostante il fatto che i Paesi più ricchi siano responsabili della maggior quantità di emissioni di gas serra dalla rivoluzione industriale. Le ricerche del FMI suggeriscono che i costi pubblici per l’adattamento raggiungeranno circa lo 0,25% del prodotto interno lordo globale all’anno, ma per le economie a basso reddito questa cifra supera l’1% del PIL. Per i piccoli Stati insulari esposti ai cicloni tropicali e all’innalzamento del livello del mare, i costi possono arrivare fino al 20% del PIL. Non sorprende quindi che uno dei principali punti all’ordine del giorno della COP 27 delle Nazioni Unite nel 2022 sia stato l’adattamento agli effetti del cambiamento climatico e la ricerca di modi in cui i Paesi più ricchi possano contribuire a finanziare le esigenze di adattamento dei Paesi più poveri.

Anche se i Paesi in via di sviluppo possono essere colpiti in modo sproporzionato dai cambiamenti climatici, le conseguenze disastrose, sia dirette che indirette, saranno avvertite da tutti. Per esempio, secondo stime della ONG Global Commission on Adaptation, se non si fa nulla per prepararsi ai cambiamenti climatici, i raccolti potrebbero diminuire fino al 30% a livello globale entro il 2050. Questo potrebbe portare alla fame nei Paesi più poveri, ma anche a migrazioni di massa che colpirebbero le nazioni più ricche.

Adattarsi ai cambiamenti climatici significa agire per prepararsi agli effetti. Le società devono accelerare l’adattamento in sistemi chiave come cibo, acqua, città e infrastrutture. Ciò potrebbe avvenire rafforzando i sistemi di allerta rapida, rendendo resilienti le nuove infrastrutture, migliorando la produzione agricola nelle zone aride e rendendo più resiliente la gestione delle risorse idriche. Per farlo, però, sarebbero necessarie ingenti somme di denaro. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, i costi annuali di adattamento nei soli Paesi poveri passeranno dagli attuali 70 miliardi di dollari a 140-300 miliardi di dollari nel 2030 e al doppio entro il 2050. Di fronte alle ingenti necessità di finanziamento, anche il settore privato, compresi gli investitori e le istituzioni finanziarie, dovrà essere coinvolto.

Il finanziamento dell’adattamento ai cambiamenti climatici non solo genera benefici enormi per i Paesi, le società e le economie, ma offre anche agli investitori un’esposizione a interessanti aree di crescita a lungo termine. Il rapporto Adapt Now: A Global Call for Leadership on Climate Resilience stima che l’investimento di 1.800 miliardi di dollari a livello globale dal 2020 al 2030 potrebbe generare 7.100 miliardi di dollari di profitti netti totali. Investire nell’adattamento e nell’innovazione che ne deriva può sbloccare nuove opportunità e stimolare il cambiamento in tutto il mondo.

Le aziende che forniscono soluzioni di adattamento potranno beneficiare di una maggiore domanda strutturale dei propri prodotti e servizi.

Un esempio è Valmont Industries, un’azienda statunitense che produce infrastrutture per la produttività agricola. Si stima che oltre l’80% delle strategie di adattamento dei Paesi siano legate a questioni idriche, il che non sorprende data l’importanza della sicurezza idrica e le ampie ripercussioni che l’acqua ha su settori come la produzione di energia e l’agricoltura. Questo crea un’opportunità per Valmont di sfruttare la propria esperienza per aiutare gli agricoltori e le comunità ad adattarsi ai peggiori impatti climatici attraverso lo sviluppo di infrastrutture costiere più solide, una migliore gestione delle acque e un’irrigazione agricola più efficiente. Per esempio, Valmont ha sviluppato sistemi di irrigazione che utilizzano il 50-75% di acqua in meno rispetto ai metodi tradizionali, favorendo la produzione di cibo nelle aree in cui l’acqua scarseggia. L’azienda fornisce anche prodotti solari off-grid alle comunità in via di sviluppo, aiutandole a ridurre i costi energetici e a fornire energia per soddisfare le esigenze agricole.

Un problema sanitario legato al riscaldamento globale è la diffusione delle zecche nei Paesi settentrionali e la generale proliferazione delle malattie trasmesse dalle zecche, tra cui l’encefalite da zecca (TBE), causata da un virus, e la malattia di Lyme (nota anche come borreliosi di Lyme), causata da un batterio. Bavarian Nordic, un’azienda biotecnologica, ha sviluppato il principale vaccino per la TBE, mentre Pfizer, insieme al partner Valneva, sta sviluppando il primo vaccino per la malattia di Lyme. Poiché questo genere di malattie è in aumento, i vaccini diventeranno ancora più cruciali per proteggersi da alcuni degli effetti più gravi.

Il real estate è un altro settore che deve adattarsi meglio ai cambiamenti climatici e un modo è costruire immobili più ecologici ed efficienti dal punto di vista energetico. L’olandese Aalberts è un esempio di azienda che produce sistemi idronici e di controllo dei fluidi che consentono agli edifici residenziali, commerciali e industriali di gestire temperature estreme limitando al contempo il consumo energetico. I componenti prodotti da Aalberts sono fondamentali per la costruzione di edifici altamente performanti e resilienti al surriscaldamento del pianeta.

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