Ecco perché nel lungo termine un portafoglio diversificato premia di più di liquidità e conti deposito

Con i rendimenti su liquidità e conti deposito oltre il 5%, perché qualcuno dovrebbe mai investire in azioni o obbligazioni? Ecco di seguito la risposta a questa domanda di Alessandro Saldutti, Country Manager per l’Italia di Scalable Capital.

Ogni giorno vediamo nuovi cartelloni pubblicitari e annunci su strumenti di risparmio come depositi a termine, certificati di deposito o strumenti simili. Un rendimento del 4, 5% o anche più, senza la volatilità dei mercati finanziari potrebbe sembrare allettante. Potremmo persino pensare di investir la maggior parte dei nostri risparmi in questi strumenti, sperando di farli crescere nel tempo e magari finanziare la nostra pensione o sostenere il futuro di un figlio. Però, per raggiungere questi obiettivi è essenziale guardare oltre la superficie.

Liquidità e conti deposito hanno sempre avuto un’aura di sicurezza. Sono tangibili, accessibili e, soprattutto, il loro valore nominale è stabile. Quando abbiamo 100 mila euro in un conto, dopo 10 o 20 anni continueremo a vedere lo stesso valore nominale, più gli interessi. Tuttavia, questa percezione di stabilità può essere ingannevole. Come sempre quando le cose sembrano troppo belle per essere vere, vale la pena guardare oltre le promesse allettanti. L’evidenza storica può farci da guida. Nel tempo questi strumenti si sono rivelati un modo piuttosto rischioso di accrescere o anche solo mantenere il capitale nel tempo.

La chiave per capire il motivo è guardare ai rendimenti reali, ovvero i rendimenti al netto dell’inflazione. Quindi, se in un dato anno il mio conto deposito offre un rendimento nominale del 5% e l’inflazione è del 7%, il risultato reale del mio deposito a termine sarà una perdita del 2%. Ciò significa che i miei risparmi avranno perso il 2% del loro potere d’acquisto. Secondo l’Associazione Bancaria Italiana (ABI), il tasso di interesse medio pagato sui conti deposito in Italia è attualmente del 3,4%, mentre gli ultimi dati dell’ISTAT mostrano un’inflazione del 5,3%. Ciò significa che l’investitore italiano medio in questi strumenti sta perdendo denaro in termini reali, nonostante veda aumentare il valore nominale dei propri risparmi. Ciò che mettiamo in questi strumenti, magari con l’obiettivo di poter lasciare del capitale a un figlio, varrà effettivamente lo stesso o addirittura di meno quando nostro figlio dovrà usare quel capitale.

Perché? Perché quando l’inflazione è alta, le banche centrali tendono ad aumentare i tassi di interesse per combatterla. Di conseguenza, le banche possono offrire rendimenti più elevati sui depositi. In questi periodi, alti rendimenti nominali sui conti deposito sono accompagnati da un’alta inflazione, che porta a rendimenti reali bassi o negativi. In pratica, anche se i tassi nominali possono sembrare allettanti, è difficile ottenere rendimenti reali, al netto dell’inflazione, da questi investimenti.

Al contrario, la ricerca e oltre 100 anni di evidenza storica hanno mostrato che un portafoglio diversificato di azioni e obbligazioni si è dimostrato più efficace nel battere l’inflazione e offrire rendimenti reali su un periodo di 5, 10 anni o più. Quindi, quello che impatta la nostra capacità di spesa non sono i ritorni nominali, ma quelli reali. Per capire i ritorni reali, gli investitori possono usare la regola del 5-2-1. Dal 1900 ad oggi, i ritorni nel mondo reali (quindi al netto dell’inflazione) sono stati: azionario 5,2%; obbligazionario 2%; obbligazionario e conti deposito a breve periodo 0,8%. È per questo che un portafoglio diversificato in azioni e obbligazioni protegge nel tempo i nostri risparmi, mentre un conto deposito è utile per le spese previste entro massimo cinque anni.

Coloro che temono di investire nel momento sbagliato, magari prima di un calo dei mercati, possono iniziare allocando solo una piccola parte della loro ricchezza in azioni e obbligazioni e costruire nel tempo. I piani di risparmio ETF sono uno strumento eccellente per farlo.

È utile non pensare a contanti e a un portafoglio diversificato di azioni e obbligazioni come alternative, ma piuttosto come modi complementari per allocare il nostro capitale. Contanti e conti deposito possono rappresentare un approccio strategico per obiettivi a breve termine, come un fondo di emergenza, effettuare un acconto su una proprietà, o prepararsi a pagare la retta universitaria tra 2,3 anni. Ma anche quando contanti e conti di risparmio offrono il 5% o più, un portafoglio diversificato di azioni e obbligazioni si è dimostrato essere una soluzione molto più sicura per combattere l’inflazione e finanziare i nostri obiettivi a lungo termine.

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