Investimenti, parola d’ordine: diversificazione. Ora più che mai

Finora, l’economia Usa ha mostrato una notevole resilienza nonostante le pressioni derivanti dall’aumento dei tassi di interesse e dall’elevata inflazione. Tuttavia, il Conference Board prevede che questa tendenza non potrà essere sostenuta ancora per molto motivo questo che rende probabile una lieve recessione nella prima metà del 2024. Non è però detto che nel corso della prima metà del 2024 l’inflazione possa raggiungere il 2 per cento.

Di fronte ad una recessione seppur lieve, se la Fed decidesse di tagliare i tassi prima che l’inflazione raggiunga il suo obiettivo medio del 2%, probabilmente sigillerebbe un contesto inflazionistico strutturalmente più elevato rispetto all’ultimo periodo. E questo non potrà non avere ripercussioni sui mercati finanziari. Dalle diverse dichiarazioni dei membri del FOMC, non ci sono però indicazioni che la Fed possa alzare l’obiettivo di inflazione, per esempio al 3 per cento.

Al momento vediamo che le azioni Usa si sono stabilizzate, mentre i rendimenti dei titoli del Tesoro a dieci anni sono scesi dai massimi di 16 anni toccati all’inizio del mese. Riteniamo comunque che la volatilità dei rendimenti a lungo termine persisterà, anche se le banche centrali hanno probabilmente raggiunto il picco dei tassi ufficiali. I commenti della Fed secondo cui i rendimenti di mercato elevati a lungo termine stavano svolgendo per loro l’opera di inasprimento della politica monetaria hanno contribuito a confermarlo.

Ma una rinnovata impennata dell’inflazione da servizi core, escluso il settore immobiliare, crediamo possa rafforzare le motivazioni che vedono una Fed mantenere una politica monetaria rigorosa: tassi elevati più a lungo.

Sebbene gli investitori debbano essere consapevoli delle aree del mercato che storicamente hanno registrato buoni risultati dopo il picco dell’inflazione, riteniamo che un portafoglio ben diversificato sia comunque l’approccio migliore. L’inflazione è infatti solo uno dei fattori di cui occorre tenere conto, considerato che le correlazioni tra asset finanziari e inflazione sono imperfette e facilmente influenzabili da una varietà di fattori esterni.

A cura di Antonio Tognoli, responsabile macro analisi e comunicazione di Cfo Sim

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