Lavoro: ecco 5 consigli per attrarre i profili migliori tra i Post-Millennials

La Generazione Z, ovvero i nativi digitali, i cosiddetti Post – Millennials nati da metà degli anni novanta in poi, si stanno affacciando al mondo del lavoro. Che cosa si aspettano da loro i reclutatori e in che modo le aziende muteranno con il loro arrivo? Per farsi strada, la generazione Z deve innanzitutto possedere skills che non possono essere in nessun modo sostituite dall’intelligenza artificiale, deve saper rispettare i valori dei colleghi più esperti e, non ultimo, essere capace di moderare la propria necessità di gratificazione immediata. Questo è quanto sostengono gli esperti Hays in un articolo apparso sull’ultimo numero dell’Hays Journal, la pubblicazione del gruppo Hays dedicata ai nuovi trend della selezione.

“Per la Generazione Z, il luogo di lavoro può essere entusiasmante e frustrante al tempo stesso – spiega Monica Bellucca, Section Manager Hays Response -. I Post – Millennials, infatti, sono cresciuti durante la crisi del 2008, sotto la minaccia del terrorismo e nel segno dell’incertezza politica. Tutto ciò li ha resi maggiormente consapevoli, autosufficienti e decisi. Sono realisti, innovatori determinati, ambiziosi e sempre connessi. D’altro canto però tendono a cercare riscontri e gratificazione immediata, cose non sempre facili da ottenere sul lavoro. Inoltre, consapevoli del fatto che andranno in pensione molto tardi, aspirano ad un lavoro che si adatti al loro modo di vivere”.

Ma per avere successo e fare carriera, anche la Generazione Z non può esimersi dal possedere alcune caratteristiche fondamentali per i datori di lavoro che, sempre più spesso, cercano profili tecnici e super specializzati, anche alla luce del ruolo preponderante che le nuove tecnologie stanno assumendo all’interno di aziende e organizzazioni. Ma non solo, i giovani di questa generazione si troveranno a dover affrontare maggiori difficoltà: rispetto ai loro predecessori, ad esempio, potranno contare su stipendi meno generosi e aumenti salariali più contenuti.
I Post – Millennsials, così come ogni nuova generazione che si affaccia al mondo del lavoro, dovranno imparare ad osservare “l’etichetta” in ufficio, rispettando i colleghi di altre generazioni anche su questioni semplici come l’utilizzo moderato del cellulare personale in ufficio. I Post – Millennials, infatti, sono abituati a utilizzare più device contemporaneamente perché ciò è parte integrante del loro modo di vivere. Questo li rende più abili nel multitasking di chiunque altro, ma può farli entrare in conflitto con datori di lavoro o colleghi abituati ad un comportamento più formale.

E per coloro che guardano ai giovanissimi come risorsa chiave da avere in azienda, ecco 5 consigli per attrarre i profili migliori tra i Post – Millennials:

1. Aiutarli a fare la differenza
Per attirare e fidelizzare i giovani della Generazione Z, è necessario spronarli e aiutarli a dare sempre il meglio sul lavoro e nella vita, incoraggiandoli e soprattutto offrendo loro i mezzi per poter fare la differenza.

2. Svolgere un processo di selezione rapido, onesto e trasparente
La Generazione Z vuole risposte immediate e trasparenza da parte del datore di lavoro. Per questo è necessario essere chiari fin da subito su ciò che si richiede al candidato e, soprattutto, su ciò che si offre e sugli obiettivi che si intendono raggiungere.

3. Adottare nuove strategie d’attrazione
Con un livello più avanzato di skills digitali, questa generazione è senza dubbio la più connessa della storia. Per raggiungere i Post – Millennials, i recruiter devono mettersi in contatto con le università e individuare potenziali professionisti da selezionare anche attraverso i profili social. Se le posizioni aperte non sono disponibili online, la Generazione Z non sarà in grado di trovarle. I datori di lavoro, inoltre, devono essere pronti ad utilizzare la realtà virtuale e il gaming come parte del processo di selezione.

4. Equilibrio lavoro – vita privata

I Post – Millennials hanno una visione diversa dell’equilibrio tra lavoro e vita privata. Sono consapevoli del fatto che lavoreranno più a lungo rispetto alle precedenti generazioni e, in quanto nativi digitali, considerano normale l’utilizzo della tecnologia per lavorare da remoto. Per questo è fondamentale offrire loro benefit come lo smart working per rendere più appealing la realtà lavorativa.

5. Fornire una motivazione

Parola d’ordine motivazione: questi giovani professionisti vogliono comprendere le strategie aziendali e, soprattutto, come il loro ruolo contribuisce al successo dell’organizzazione per cui lavorano. Importante, quindi, fornire loro un obiettivo chiaro a cui puntare.

 

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