Come al solito estremamente complete e varie, con 800 lotti di autori sia italiani che esteri, ed opere con costi in grado di soddisfare i vari profili dei collezionisti, si terranno a Prato, venerdì 26 e sabato 27 novembre, le aste autunnali di dipinti, disegni, sculture, grafica, di arte moderna e contemporanea, della casa d’asta italiana.
Pablo Picasso è rappresentato con numerosi lavori, tra cui spicca il disegno “Femme accroupie au chat”, con una stima di 50.000/80.000 euro. Realizzato nel 1954 è un esempio lampante di come un semplice gesto, reso con pochi tratti veloci, divenga a pieno titolo capolavoro, portatore di simboli e significati reconditi, celati sotto un’apparente linearità. Disegni realizzati come rapide impressioni, disegni come gioco, immagini che tracciano una linea in punta di penna su tovagliette di ristoranti, su taccuini o su lettere di amici si trovano lungo l’intero arco della vita dell’artista. Il disegno ha un posto essenziale nell’opera di Picasso, uno dei più ricchi e prolifici disegnatori di tutti i tempi. Perfino i critici più feroci hanno sempre riconosciuto a questi il genio del disegno.
Tra gli autori italiani, spicca il “Cortile di via Fondazza”, capolavoro del 1954 di Giorgio Morandi, con una valutazione di 480.000/600.000 euro. L’opera ben rappresenta l’arte del pittore bolognese, ovvero un recupero, partito quasi in silenzio, nella riduzione scarna della pittura ai suoi soli elementi costitutivi: la luce, lo spazio, veri generatori del colore e del volume, la negazione degli effetti ottici e illusionistici, il ritorno alla grammatica primordiale delle cose. Il cortile della casa del cuore è visto insieme come luogo della ragione e di sentimenti dismessi, una sorta di “cantiere delle solitudini”, per riprendere una eccezionale immagine della prosa di Carlo Emilio Gadda.
Nessun pittore italiano di paesaggio è riuscito ad eguagliare questo interno, così vuoto eppure intensamente lirico, di case di città che chiudono uno spazio, appunto un cortile in cui unico accesso e uscita pare la solitaria porta in cima alla scaletta.
“La realtà deve essere presente nell’opera, ne è la materia prima. Nessun tipo di arte può dare un’emozione se non vi si mischi una parte di realtà. Così sottile e impalpabile che sia tale illusione, è tuttavia come la chiave dell’opera. La rende leggibile; ne illumina il significato, schiude la sua realtà profonda, essenziale, alla sensibilità che è la vera intelligenza. Non si fa altro che reinventare ciò che è, restituire in sfumature emotive la realtà che è insita nella materia, nella forma, nel colore; risultati dell’effimero risolti in ciò che non muta più” con queste parole Jean Fautrier nel 1957 evidenzia l’indissolubile legame tra le ispirazioni che la realtà offre e la volontà di modificare il tangibile secondo la propria intima interpretazione. Fautrier, importante esponente dell’arte informale francese, è presente nell’asta di Farsettiarte con “Composizione”, realizzata nel 1962, con una stima di 240.000/350.000 euro.
Tra le numerose opere con valutazione meno impegnative, citiamo “Senza titolo”, di Marco Tirelli, con una valutazione di 9.000/12.000 euro.
Una selezione delle opere sarà visibile, dal 12 al 17 novembre a Milano, alla Casa Manzoni, in via Morone 1 ed in contemporanea presso la sede di Farsettiarte in via Manzoni.
Tutti i lotti presentati nelle due aste saranno invece esposti, dal 20 al 27 novembre, nella sede di Prato della casa d’asta.