Posta del promotore. Che succede in casa Axa?

Che succede in casa Axa? Ce lo chiede un lettore preoccupato delle notizie secondo cui il gruppo assicurativo francese oltre a prepararsi ad una riduzione dei propri dipendenti in Germania ha dato un valore irrisorio (2- 2.500 euro) alla vita di Giulia Minola, 21enne italiana morta il 24 luglio dello scorso anno alla Loveparade di Duisburg. Il lettore in questione, che sembra essersi premurato di inviare un’identica mail/commento a vari altri siti di informazione italiana, come una semplice ricerca sul web permette di verificare, ricorda pure che Quixa (compagnia di assicurazioni diretta che fa capo al gruppo francese) è stata sanzionata dall’Isvap per aver evaso l’obbligo di sottoscrivere polizze di Rc auto praticando prezzi assolutamente fuori mercato in alcune aree del Sud Italia a torto o a ragione considerate a eccessivo rischio-truffa.

Da notare che, anche se il lettore non lo ricorda, l’Isvap per lo stesso motivo ha multato pure altre cinque compagnie (Direct line, del gruppo Royal bank of Scotland, Dialogo, del gruppo Fondiaria-Sai, Assimoco, Casse Raiffeisen di Bolzano assieme alla tedesca R+V Versicherung e National Suisse) e che altre otto compagnie risultano tuttora sotto inchiesta per lo stesso motivo. Infine il lettore segnala (a noi e ad altri) che il gruppo assicurativo francese avrebbe mandato via un agente “solo perché offre il preventivo di un’altra compagnia meno caro a un cliente”. Quest’ultimo punto ci lascia ulteriormente perplessi: non che offrire preventivi più cari sia una condotta professionalmente corretta (e pensiamo neppure commercialmente lungimirante) ma certo se qualsiasi agente o promotore, che agisce in base al mandato ricevuto da una assicurazione o intermediario finanziario o bancario, si mettesse a proporre sistematicamente i prodotti della concorrenza, i clienti sarebbero forse felici ma le mandanti avrebbero qualcosa da recriminare, legittimamente.

Anche perchè nel caso in questione non sembra ci si trovi di fronte a un caso di erogazione di un servizio di consulenza oggettiva che venisse svolto nell’ambito di un’architettura aperta né tanto meno a un consulente “fee only” (che non avrebbe avuto alcun mandato da Axa o altri). Insomma ci pare che il lettore abbia preso la mira fin troppo bene nei confronti di un solo soggetto “reo” di una serie di comportamenti forse opinabili ma che rientrano nell’ambito delle sue legittime scelte di gestione (assumere o licenziare dipendenti) o comunque non costituiscono un’eccezione a certe regole non scritte (come il tentativo di pagare sempre il minor danno possibile o sottrarsi all’obbligo di assicurare) cui purtroppo ci siamo abituati. In questo senso semmai, senza puntare il ditino contro questo o quello, sarebbe il caso di chiedersi se non si possa, in Italia o altrove, migliorare il sistema così da ottenere regole certe, trasparenti e uguali per tutti, in grado di meglio tutelare i risparmiatori e gli assicurati, indipendentemente dal singolo gruppo finanziario, non credete?

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