La guerra di Moody’s

Quanta dietrologia dietro la sforbiciata di Moody’s. Nella notte tra giovedì 12 e venerdì 13 luglio l’agenzia americana ha tagliato il rating sul debito italiano da A3 a Baa2, mantenendo un outlook negativo e aggiungendo tra l’altro che è possibile un’ulteriore revisione al ribasso. Bloomberg, un’altra agenzia americana ma di notizie e non di rating, ha fatto notare che adesso l’Italia ha la stessa valutazione di Kazakhistan, Bulgaria e Brasile. I Btp italiani, insomma, sono a due passi dai famosi quanto tristi junk bond, i titoli spazzatura. Fin qui, gli aspetti tecnici e di cronaca. Però la decisione di Moody’s, per tempi e modi, ha fatto drizzare le orecchie a più di un osservatore.

E, come si sa, a essere maligni si fa peccato ma spesso ci si azzecca, o quantomeno si entra nella sfera del sospetto e del verosimile. Intanto, fa notare qualcuno, la bastonata dell’agenzia di rating all’Italia (sì, perché è una vera botta in testa viste le conseguenze che può portare sul costo del debito a un Paese così indebitato come l’Italia) è arrivata poche ore prima che la Procura di Trani chiudesse la sua inchiesta sulle agenzie di rating e le loro valutazioni. Una vendetta preventiva? Il procuratore di Trani accusa due analisti dell’agenzia di rating Moody’s, Abercromby e Johannes Wassemberg, di aver fornito informazioni tendeziose ai mercati e di averlo fatto volontariamente. Il magistrato mette in risalto la “scelta mirata dei tempi” e “l’impiego di tecniche argomentative suggestive, ambigue e foriere di allarme”. Obiettivo degli analisti sarebbe stato il deprezzamento dei titoli bancari. L’altro sospetto, che riguarda sempre tempi e modi, è di carattere politico.

Il verdetto di Moody’s è arrivato circa un giorno dopo l’annuncio della nuova discesa in campo di Silvio Berlusconi, un personaggio che gli americani hanno scaricato da tempo: vedono il suo ritorno come un pericolo per il sistema euro. Qualcuno ha notato che nelle motivazioni dell’outlook negativo, Moody’s ha messo l’accento sulla “pericolosità” delle prossime elezioni politiche per via dell’incertezza dei risultati. Incertezza? Ma se da mesi gli analisti sanno che con grande probabilità vincerà il centrosinistra con un’alleanza forte con i sostenitori più strenui del governo Monti e che super Mario ha serie probabilità di diventare o presidente della Repubblica o prossimo ministro dell’Economia. Una soluzione molto gradita all’attuale presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Non sarà, allora, che l’incertezza dipende dai timori per un ritorno in campo di Berlusconi? Moody’s ha voluto mettere le mani avanti per conto dei poteri forti internazionali?

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