Brexit No Deal sempre più vicina: il Parlamento inglese vota no su tutti gli otto punti alternativi negoziati con Bruxelles da Theresa May.
Lo spettro di una Brexit no deal si fa sempre più concreto dopo che nel pomeriggio di ieri si è dovuto fare i conti con il voto alla Camera dei Comuni sulle alternative al piano di Theresa May: maggioranza di no su tutti i punti proposti per un’uscita dall’Europa più soft. Interessante notare però che l’opzione che ha ricevuto più voti è stata quella che chiede un referendum per ratificare un eventuale accordo, con 268 sì, ma 295 no; e quella favorevole all’unione doganale, con 264 sì e 272 no.
Brexit: gli 8 punti proposti nell’accordo May-Ue e bocciati dal Parlamento inglese
- Unione doganale;
- Referendum di conferma;
- Cancellare la brexit (ovvero revocare art. 50 del trattato Lisbona): l’opzione prevede la cancellazione della brexit se il Regno Unito arriva a pochi giorni dall’uscita senza un accordo;
- Uscire senza accordo il 12 aprile;
- Hard brexit con trattato commerciale o anche Malthouse plan b: il Regno Unito versa i contributi di bilancio all’Ue fino alla fine del 2020 e concorda con l’Ue un periodo di transizione di due anni in cui le merci britanniche hanno pieno accesso nell’Ue;
- Piano laburista: presentato dal leader laburista, Jeremy Corbyn, propone unione doganale con l’Ue e stretto allineamento al mercato unico;
- Rimanere nel mercato unico: propone al Regno Unito di negoziare un’unione doganale permanente con l’Ue dopo la Brexit;
- Mercato comune 2.0 ovvero ‘Norvegia plus’: chiede che il Regno Unito ritorni nell’Efta (l’accordo europeo di libero scambio fondato proprio da Londra nel 1960 prima dell’adesione alla Comunita’ europea nel 1973) e quindi di restare nel mercato unico Ue come tutti i membri (insieme a Norvegia, Islanda, Liechtenstein e Svizzera) attraverso il trattato sullo spazio economico europeo (accordi ad hoc con la Svizzera).
Brexit novità: Theresa May annuncia le dimissioni se passa il suo accordo
Poco prima che il Parlamento mettesse al voto gli 8 punti però, la premier May, pur di salvare la situazione e convincere gli euroscettici a trovare una formula di divorzio meno traumatica, ha promesso le sue dimissioni qualora passasse il suo accordo.
Brexit news: venerdì, forse, si cerca per la terza volta un’intesa per una soft Brexit
Con questa mossa, May conta che il suo piano possa essere finalmente approvato, forse già questa settimana. Il ministro per la Brexit, Stephen Barclay, ha riservato una sessione parlamentare per venerdì, quando normalmente non c’è attività, il che fa pensare che il governo potrebbe presentare il piano ai Comuni proprio venerdì per la terza volta, dopo le bocciature di gennaio e marzo.
Intanto il Parlamento ha approvato il breve rinvio concesso dall’Ue, al 22 maggio in caso di approvazione entro venerdì dell’accordo di divorzio raggiunto dalla premier May con Bruxelles, o, in caso contrario al 12 aprile (la proroga ottenuta dalla May per l’uscita dall’UE). Se l’accordo verrà finalmente approvato, May potrebbe lasciare Downing Street poco dopo il 22 maggio e le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo si terranno comunque senza i britannici.