Liquidity 2016: “Collateral is king”

Rafforzamento del ruolo dei mercati, ripresa del mercato delle cartolarizzazioni e armonizzazione delle attività di collateral management sono emersi come alcuni dei punti in evidenza all’apertura di LIQUIDITY 2016, il meeting annuale degli operatori di mercato organizzato da e-MID SIM SpA, la società che gestisce la Piattaforma Elettronica Europea per i Mercati Monetari, e ASSIOM FOREX, Associazione Operatori dei Mercati Finanziari. Quest’anno il tema di discussione scelto è quello dell’Unione dei Mercati dei Capitali: un sistema finanziario più integrato, armonizzato sul fronte delle regole e delle market practice.
L’Unione dei Mercati dei Capitali (CMU) è il progetto di portata storica lanciato il 18 febbraio 2015 dalla Commissione Europea volto a stimolare la crescita nei 28 Stati membri dell’Unione Europea per produrre ricchezza e reddito senza discriminazione di ubicazione geografica e giuridica dell’impresa.
 “La sfida di e-MID è quella di sfruttare l’opportunità offerta dall’Unione dei mercati dei capitali per diventare una piattaforma di mercato a carattere europeo.” ha dichiarato Giuseppe Attanà, il Presidente di e-MID. “Tale ambizione è finalizzata a creare valore non solo per l’azienda, ma per il mercato in generale, che nel segmento del monetario necessita di strutture idonee a garantire ampia liquidità alle transazioni, attraverso una maggiore partecipazione di operatori dal punto di vista geografico ed agevolando la partecipazione diretta degli investitori, anche in vista di un futuro minore ruolo della Banca Centrale Europea quale principale finanziatore del mercato”
Il LIQUIDITY2016 affronta alcune tematiche fondamentali della CMU, quali l’armonizzazione come motore di efficienza per la riduzione dei rischi, la velocità di adeguamento del contesto domestico alla realtà transnazionale, il ruolo possibile delle autorità centrali e la cooperazione con il settore privato, oltre al ruolo che le nuove tecnologie  potrebbero avere in un simile contesto.Nello speech di apertura, Giovanni Petrella, membro della European Banking Authority (EBA) ha sostenuto che “più che un progetto la Capital Market Union è rappresentata da misure che vanno a  comporre un puzzle legato ad un orizzonte di medio lungo termine con obiettivi di ribilanciamento  dell’eccessiva dipendenza dal finanziamento bancario e maggior affidamento alla finanza di mercato. L’Unione Europea  ha mercati meno sviluppati degli Usa e dobbiamo colmare questo gap.  Le cartolarizzazioni Eu hanno fatto registrare default lontani anni luce da quelli  degli Usa. La proposta della Commissione sulle cartolarizzazioni, ad esempio, è quella di estrapolare quelle che hanno generato tassi di default molto bassi identificando una sorta di emissione qualificata (cartolarizzazione semplice, no CDO) che si vada a configurare come STS (semplice, trasparente, standardizzate),ovvero con i requisiti richiesti dalla normativa.”
Per Davide Ferrazzi, esperto di Capital Markets  e Private Equity per ABI, sul mercato delle commissioni Corporate,  “sono le emissioni tra Investment e non-investment grade, di medie e grandi dimensioni, quelle che hanno difficoltà ad accedere a strumenti alternativi. Il problema del mercato italiano è che non esiste un mercato di investitori istituzionali specializzati su questa asset class, per cui anche se si presenta un emittente di buona qualità ci sono difficoltà a collocare questi titoli.  Le banche italiane stanno uscendo dal mercato del private equity  perchè oltre a concentrare le attività c’è un’esposizione sul capitale di rischio che può arrivare al 370%  in alcuni casi, mentre i Paesi UE più efficienti si muovono su segmenti di investimenti completamente diversi come fondi di pensione e assicurazioni.  La CMU è un provvedimento molto ambizioso la cui implementazione non è ancora completamente avvenuta. Anche una volta implementati avremmo effetti sul lungo periodo e alcune delle misure destinate ad incidere in misura non molto rilevante proprio perchè hanno una forte matrice nord-europea. La tempistica del 2019 ci sembra un po’ lunga e alcune priorità potrebbero essere anticipate.”
Per Francesco Fede, Head of Market Treasury di Banca Imi, “il collaterale è diventato il nuovo cash. Cash is the king non vale più,  ora è il collaterale che liquida tutto ed è cruciale sia per necessità di funding in forma garantita che per rispettare i requisiti regolamentari. E’ cruciale che si muova in maniera fluida affinche la normale attività dei mercati aiuti lo sviluppo economico. Occorre  un’ efficiente struttura di settlement, per originare e prezzare e smobilitare il collaterale nel modo più efficiente possibile. Tutti i player devono andare verso un’ottimizzazione della gestione del collaterale.”

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