Bond: come muoversi nell’attuale scenario secondo JP Morgan AM

Negli Stati Uniti l’inflazione continua a calare: a ottobre, quella generale ha segnato lo 0% sui dodici mesi, scendendo al 3,2% su base annua dal 3,7% di settembre. Al netto delle componenti più volatili associate ai costi di alimentari ed energia, l’inflazione strutturale è diminuita dal 4,1% al 4,0% anno su anno.

I mercati hanno brindato alla notizia e registrato performance vigorose in tutti i mercati obbligazionari sulla scia del calo dei rendimenti e del restringimento degli spread sugli attivi rischiosi.

Tuttavia, è sconsigliabile lasciarsi andare a un eccessivo ottimismo“, avvertono dal team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di JP Morgan AM, che di seguito spiegano i perchè.

Nelle sue recenti dichiarazioni, Jerome Powell, presidente della Fed, ha ribadito l’impegno della Banca Centrale statunitense a realizzare un orientamento monetario sufficientemente restrittivo da riportare l’inflazione al 2% nel tempo. Ma ha avvertito che l’Istituto di Filadelfia ritiene di non aver ancora raggiunto questo traguardo.

Finora, i dati economici hanno mostrato una buona tenuta: i consumi statunitensi godono ancora ottima salute e le statistiche di JPMorgan Chase sulle carte di credito segnalano un incremento della spesa. Malgrado ciò, gli investitori dovrebbero monitorare con attenzione gli effetti che i tassi d’interesse “più alti più a lungo” producono sull’economia reale. 

Valutazioni quantitative

Il mercato si aspetta che la Fed inizi a ridurre i tassi il prossimo anno. Al momento, le proiezioni indicano tagli di 25 punti base entro maggio e 100 punti entro la fine del 2024. Se l’inflazione continua a scendere la Fed potrebbe essere in grado di attuare questi interventi espansivi e porre fine alla stretta monetaria. È interessante notare che la curva dei rendimenti a due e dieci anni (la differenza tra il rendimento sul Treasury statunitense a due anni e l’omologo decennale) continua a trovarsi in territorio negativo, a -38 punti. Per quanto notevolmente migliorata rispetto a quest’estate, quando aveva superato i -100 punti, continua a registrare un valore maggiormente negativo rispetto a quello di ottobre che segnava -16 punti. Con il progressivo calo dei rendimenti a breve termine e l’allungamento della duration da parte degli investitori, la pendenza della curva dovrebbe aumentare.

Fattori tecnici

Secondo indagini proprietarie condotte da J.P. Morgan AM, già prima della pubblicazione degli ultimi dati sull’inflazione era chiaro che gli investitori stavano assumendo posizioni di duration più lunga nei rispettivi portafogli. Riteniamo che gli ultimi dati sull’inflazione rafforzeranno ulteriormente questa tendenza.

Per quanto riguarda la ripartizione degli investimenti, per tutto il 2023 i fondi di obbligazioni governative statunitensi sono stati estremamente popolari: gli attivi in gestione sono cresciuti del 20% in tutti i segmenti, superando i 100 miliardi di Dollari. Più di recente, abbiamo notato casi di riallocazione dai fondi governativi statunitensi verso classi di attivo che denotano una maggiore propensione al rischio, come i fondi high yield. Se il tasso d’inflazione cala ancora e le probabilità di un atterraggio più morbido continuano a salire, gli investitori dovranno cercare di diversificare le proprie esposizioni puntando su investimenti più remunerativi.

Cosa significa per gli investitori obbligazionari?

Al momento, i mercati si muovono con estrema rapidità: i dati diffusi inducono alcuni investitori a modificare il proprio posizionamento per sfruttare a proprio vantaggio i movimenti a breve termine.

Dato l’attuale livello di volatilità, riteniamo che sia più opportuno adottare un approccio di maggiore prudenza anziché inseguire il mercato. All’interno dei portafogli, cominciamo ad allungare la duration e a investire in settori creditizi di migliore qualità, che dovrebbero essere avvantaggiati se l’economia continua a decelerare.

 

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