Campagna elettorale francese: attenzione degli investitori Il caso Grecia rimane sotto osservazione

A cura di Alberto Biolzi, Responsabile Advisory di Cassa Lombarda
I mercati azionari resteranno focalizzati sulle trimestrali. Per il momento le indicazioni provenienti dalle società sono incoraggianti, ma non è da escludere un rischio di revisione delle stime di consensus nel corso dei prossimi mesi. Il Presidente Donald Trump sta creando un certo livello di incertezza attorno alla sua politica, ed ecco perché le sue iniziative continueranno a essere attentamente scrutinate dagli operatori.
Sul fronte macro statunitense, la settimana sarà piuttosto tranquilla (scorte, prezzi all’import e fiducia dei consumatori). Anche in Europa, pochi dati di rilievo e alcune testimonianze dei membri Bce (con anche il presidente Mario Draghi al Parlamento Europeo). I dati tedeschi di dicembre dovrebbero risultare più deboli, anche per effetti di aggiustamento stagionale del calendario, ma gli indicatori di sentiment restano ancora molto forti.
Degna di nota, invece, la campagna elettorale per le presidenziali francesi, che desterà l’attenzione degli investitori per il rischio di avanzata dei partiti antieuropeisti. È chiaro che con l’approssimarsi delle elezioni presidenziali (primo turno a fine aprile) aumentino anche le preoccupazioni relative al possibile esito. Sebbene appaia oggi come più probabile uno scenario che vede Marine Le Pen sconfitta al secondo turno da un candidato di centro destra, permane una non trascurabile probabilità di una vittoria della candidata antieuropeista che i mercati non possono non fattorizzare negli spread e nel livello di rendimento del Bund. Diversi analisti, quindi, stanno suggerendo l’apertura di posizioni corte sui governativi francesi verso Germania per approfittare di queste tensioni.
Anche il caso Grecia rimane sotto osservazione, a causa dello scetticismo del Fondo Monetario Internazionale sulla sostenibilità del debito pubblico. La revisione del programma di assistenza finanziaria alla Grecia continua periodicamente a giustificare timori legati alla sostenibilità dello stesso. Dall’ultimo meeting dell’Eurogruppo del 26 gennaio, le negoziazioni con i partner europei sembrano in una fase di stallo, considerato che Bruxelles continua ad aspettare l’introduzione di nuove misure da parte di Atene. Il rischio di un’uscita del FMI dal programma di sostegno non è per nulla marginale. Il Fondo, che ha più volte indicato la necessità di un maggior alleggerimento del debito da concedere alla Grecia in contrasto con la posizione tedesca, potrebbe far cessare l’attuale programma rimettendo in moto i timori di “uscita”.
Nel Regno Unito, il dibattito parlamentare per l’approvazione della “European Union (Notification of Withdrawal) Bill” proseguirà con il terzo e finale voto della House of Commons mercoledì 8 febbraio. Poi, toccherà alla House of Lords dibattere la legge dal prossimo 20 febbraio.
Questa settimana si riuniranno, poi, le Banche Centrali australiana (RBA) a neozelandese (RBNZ), che si prevede manterranno lo status quo. Previsione, invece, di aumento dei tassi di 50 bps da parte della Banca Centrale del Messico.
In Cina, attesi per venerdì 10 febbraio i dati della bilancia commerciale.
 

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