Private banking: il modello Prader Bank

Il modello aziendale di Prader Bank è orientato verso il modello di banca private elvetica con un approccio tipico degli studi di consulenza. Offre soluzioni per la gestione patrimoniale di alto livello, è solida e ben capitalizzata. Parla Josef Prader, fondatore della prima banca privata e indipendente in Trentino Alto Adige, operativa dal gennaio del 2006.

 

Mifid 2, rendicontazioni e riduzione dei margini. Dove sta andando l’industria del private banking, in un contesto così complicato?

Il settore sta mutando velocemente. In passato si riuscivano a fare utili in maniera abbastanza facile predisponendo gestioni patrimoniali preconfezionate nelle quali la banca era già al corrente di quante erano le commissioni attese, mentre i rendimenti per il cliente erano incerti come incerto era anche il rischio. Nel mio passato professionale ho gestito banche di questo tipo e ho visto come i ricavi per la banca, performance e rischio non fossero equilibrati. Ma questo è il passato! In futuro il settore non deve essere più organizzato a livello industriale; deve essere un servizio privato, riservato, fatto su misura. Questo è il punto. La Mifid 2 costringe le banche a rendere evidenti le fonti del ricavo e cioè le commissioni che paga il cliente e quelle che non sono rese trasparenti ex ante. Giusto e ci voleva. Con il vero private banking siamo però ancora all’inizio: la parte consulenziale e quella fiduciaria sono fondamentali ma la clientela deve abituarsi a dare il valore che merita. Di certo spetta anche a noi dimostrarlo.

 

Come nasce l’idea della banca private che lei ha fondato?

Ho avuto la fortuna di aver gestito diverse banche retail, locali e anche internazionali. Grazie a tutte queste esperienze è nata la visione di costituire una banca diversa, di consulenza, e non una banca che vende la sua merce come se fosse un grande supermercato. Per me era fondamentale impostare un processo di consulenza certificato per dare la giusta visibilità alla qualità. Da questa visione è nata l’idea di una banca particolare, una banca privata con un family office. La passione e la determinazione hanno poi fatto il resto.

 

Quale tipologia di clienti avete tra famiglie, privati, imprenditori e cosa vi chiedono rispetto al passato?

Il nostro classico cliente è un imprenditore o un professionista con la sua famiglia. Abbiamo privati benestanti e istituzioni che dispongono di propri fondi da gestire. Stiamo vivendo in un mondo molto complesso e in forte cambiamento. Chi ha patrimonio vuole sentirsi tranquillo, vuole essere seguito da una banca indipendente, una banca che non abbia conflitti di interesse: non come un medico che prescrive la medicina perché riceve retrocessioni dalla casa farmaceutica. Noi abbiamo inserito un approccio di consulenza indipendente e scegliamo gli strumenti finanziari a seconda delle esigenze e del profilo del cliente. I nostri advisor non hanno l’obiettivo di vendere un prodotto piuttosto di un altro, bensì di creare valore al cliente oltre che alla banca.

 

 

Dunque avete un’expertise della gestione patrimoniale a tutto tondo. Su quali servizi siete specializzati? Oltre alla gestione mobiliare, fate anche immobiliare, fiscale, legale?

Noi vogliamo essere il medico di fiducia attorno al patrimonio. Siamo una banca con licenza universale anche se ci concentriamo solo sulla parte privata di gestione del patrimonio. Il cliente sa che facciamo consulenza sulla base di un processo certificato ISO che ogni anno viene revisionato e che nelle nostre proposte non c’è ombra di conflitto di interesse. Offriamo advisory finanziario a terzi mentre la consulenza fiscale, legale, immobiliare la organizziamo tramite il nostro Family Office e la nostra capillare rete di partner di comprovata competenza. L’importante per me è che la clientela riceva la qualità che si attende.

 

Prader Bank offre servizi di private asset? Se sì, quali?

Tramite il family office offriamo private asset in termini di fondi di debito o fondi d’investimento alternativi (Fia) dove come arranger e advisor (non come finanziatori di aziende) cerchiamo di creare valore aggiunto intorno alle imprese. Cito come esempio il nostro fondo Emb- Euregio Minibond. Tramite il nostro processo di consulenza certificata i-proFA (indipendent professional Financial Advice), abbiamo invece realizzato una interessante asset class con delle caratteristiche ben definite dedicata ai Bonus Certificates.

 

Avete anche servizi bancari?

Essendo una banca con licenza universale offriamo i servizi bancari di ausilio alla nostra clientela come i bonifici, l’internet banking, le carte di credito. Per scelta non offriamo carte bancomat, canalizzazioni, bollette del telefono, etc.

 

Quali sono i numeri di Prader Bank?

I total asset sono circa 1,6 milioni di euro per cliente. A livello di solo private, le masse medie per cliente si aggirano intorno a circa 600 mila euro. Abbiamo tre centri clienti a Bolzano, Trento e Verona. Il CET1 è molto elevato, intorno al 39%.

 

Cosa deve offrire una banca private per distinguersi rispetto alle altre?

Due parole devono sparire: industria e standard. Noi abbiamo sette valori che ci guidano nel fare banca: essere indipendenti senza conflitti di interesse, servire il cliente in modo personale, essere riservati, agire con snellezza, promuovere innovazioni, essere correlati e stabili. Sembra facile, ma in un modo così complesso è sempre una grande sfida.

 

Avete in mente un programma di nuovi reclutamenti?

Siamo appena partiti con il centro clienti di Verona. In questo momento cerchiamo soprattutto persone sulla piazza di Bolzano.

 

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