Carmignac Gestion, serve ancora tempo prima che la crisi finisca

Carmignac Gestion, la società di gestione del risparmio fondata nel 1989 da Edouard Carmignac, prevede per l’Europa “un’economia sottoposta a forti pressioni deflazionistiche amplificate dall’austerità di bilancio imposta dai mercati. Certo, la netta flessione dell’euro dallo scorso novembre e il mantenimento di una politica monetaria necessariamente espansionistica compensano in parte gli effetti dell’austerità di bilancio, dando ossigeno soprattutto alle società esportatrici europee”. Carmignac Gestion ritirene che anche gli Stati Uniti siano debbano attendere prima che la crisi passi del tutto anche se alcune aziende godono di una ritrovata forza nelle esportazioni.

 “Un certo numero di indici avanzati come la fiducia dei consumatori o l’indice ISM manifatturiero”, si legge nel report diffuso dalla società, “ hanno iniziato a scendere e il mercato immobiliare mostra segni di debolezza persistente (nuovi cantieri in calo di oltre il 30%, il livello minimo del ciclo iniziato nel 2006). Il movimento di ricostituzione delle scorte, che aveva contribuito per il 70% ai 2,7 punti di crescita nel primo trimestre, rallenta ed è causa di gran parte della flessione congiunturale, inevitabile in questa fase del ciclo. Sebbene il rallentamento della crescita negli Stati Uniti sia notevole, le società statunitensi sembrano non risentirne affatto e continuano a beneficiare degli effetti della propria razionalizzazione e di una competitività ritrovata nel settore delle esportazioni”.

Novità anche per i mercati emergenti come la Cina. “Nell’universo emergente, prosegue l’inasprimento monetario attuato dalle autorità cinesi soprattutto per rallentare l’attività limitando i crediti concessi alle imprese e impedire la formazione di una bolla immobiliare. Questa politica
inizia a produrre effetti tangibili. Inoltre, la decisione delle autorità cinesi di ritornare a un meccanismo di cambio più flessibile ci ha rassicurato sulla capacità del paese di continuare a crescere e di svolgere un ruolo positivo maggiore nel riequilibrio globale.

In vista di uno scenario ancora funestato dalla crisi, Carmignac Gestion ritiene “che in un contesto deflazionistico, la capacità percepita dai mercati di un emittente nel rimborsare il proprio debito è fondamentale, e per questo ci manteniamo alla larga dai titoli sovrani junior. Il segmento titoli di Stato costituisce il 7,5% del patrimonio di Carmignac Patrimoine”.

L’allocazione in obbligazioni societarie di Carmignac Patrimoine costituisce il 30% del patrimonio. “Anche se nel corso del trimestre appena trascorso”, si legge in una nota, “i premi di rischio non si sono più contratti, privandoci così del principale motore di apprezzamento, i fondamentali di questa categoria di attivi continuano a migliorare. Così, le emissioni di titoli societari statunitensi ed europei, tra le società più robuste, si rivelano a nostro parere interessanti, con pochi rischi sulle scadenze brevi. A fine trimestre abbiamo beneficiato della pressione esercitata su alcuni settori per cogliere opportunità a livelli di valutazione interessanti”.

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