Risparmio gestito – La deflazione non ha vinto

I timori espressi dalla FED sulla ripresa americana, insieme all’indebolimento delle attese sui dati economici USA, hanno dato credito a chi paventava una recessione double-dip e hanno spinto la fuga verso il porto sicuro dei titoli di stato. Nella continua guerra tra inflazione e deflazione, quest’ultima sembra aver vinto una battaglia decisiva, benché discutibile. Innanzitutto il mercato obbligazionario USA sembra più preoccupato per la crescita a lungo termine del PIL che per la deflazione. In secondo luogo, pur essendo fuor di dubbio che la ripresa globale stia entrando in una delicata e incerta fase di transizione, il rischio di deflazione potrebbe essere facilmente esagerato per due ragioni: in un mondo non più concentrato esclusivamente sugli USA, il numero delle economie in fase di surriscaldamento sta aumentando. Inoltre l’evoluzione ciclica dell’inflazione punta a valori in crescita e non in diminuzione.

In breve non sembra che la deflazione abbia guadagnato molto terreno durante l’estate e, di certo, un double-dip dell’economia statunitense farebbe segnare pochi punti sul fronte della deflazione. Eppure lo scenario più probabile a nostro avviso è che gli Stati Uniti si siano avviati verso un lento ciclo di crescita, l’immagine speculare del decennio passato alimentato artificialmente dal debito. Una volta che, probabilmente tra qualche mese, i mercati avranno un’immagine più chiara dell’evoluzione del business cycle, ci sono buone probabilità che le voci sulla deflazione saranno rimpiazzate da quelle sull’inflazione. Nel frattempo si può approfittare del rally dei bond.

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