Morningstar: tra gestori e strategist c’è un certo ottimismo sul futuro

SONDAGGIO TRA LE CASE DI INVESTIMENTOMorningstar ha rinnovato il sondaggio mensile che da oltre dieci anni propone alle principali case di investimento che operano in Italia. A gestori e strategist, come spiega in una nota la società, si chiede una previsione sull’andamento dei mercati azionari, dei titoli governativi e dei cambi nei successivi sei mesi. Le risposte sono aggregate in un indice, il Morningstar Italy Investment Sentiment Index (Miisi), sulla base delle probabilità attribuite a diversi scenari (mercati in salita, stabili o in discesa). Nel complesso, a gennaio gli intervistati mostrano ottimismo sulle Borse, in particolare quella italiana e più in generale le europee. Ammettono, però, che il recente rally ha reso le valutazioni più costose e non escludono prese di profitto. Nel reddito fisso invece si muovono con maggior prudenza, con l’eccezione dei mercati periferici.

IL SENTIMENT DEGLI OPERATORI – Per le Borse europee l’indice di sentiment è pari a 69,91 punti, in una scala dove 100 indica la massima certezza di rialzo e 0 la massima certezza di ribasso. Le probabilità di crescita di Wall Street nei prossimi sei mesi sono di circa dieci punti inferiori all’Europa. L’indice di sentiment infatti si ferma a 59,83 punti. Sulla Borsa di Tokyo, il sentiment è moderatamente positivo (63,13 punti). Per i gestori, nel 2014 ci saranno forti differenze di performance sui mercati emergenti. Tra i Paesi preferiti figurano la Cina e la Russia. Nel reddito fisso, lo scenario è improntato a un moderato pessimismo, in particolare per i titoli core. Il sentiment è decisamente migliore sul Btp italiano. Dopo un 2013 deludente, i gestori rimangono cauti sul debito emergente, anche se il sentiment è migliore rispetto ai titoli governativi core (44,44 punti). Per un ritorno su questa classe di attività è necessario che il quadro macro continui a migliorare e i tassi rimangano bassi.

CHI HA PARTECIPATO – Sul mercato valutario, lo scenario considerato più probabile è un indebolimento dell’euro rispetto al dollaro. L’incertezza, però, è elevata. La divisa comunitaria è considerata costosa nei confronti del biglietto verde, ma la Bce e la Fed continuano ad agire in modo diverso. Quest’ultima ha avviato una revisione della politica molto accomodante, mentre l’istituto di Francoforte potrebbe dover ancora intervenire in soccorso dell’economia. Al sondaggio, conclude Morningstar, hanno partecipato 30 gestori e strategist delle principali case di gestione e intermediazione operanti sul territorio. I partecipanti appartengono a Albemarle Asset Management, Anthilia Capital Partners, Carmignac Gestion, Credit Suisse, East Capital, Ersel, Fia Asset Management, Fideuram sgr, Fxcm, Invesco, Invest Banca, Investitori sgr, La Française AM, M&G Investments, Nemesis, Nextam Partners sgr, Pioneer IM, Sella Gestioni sgr, Swiss&Global AM sgr, Syz Asset Management, Threadneedle Investments, Union Bancaire Privée e VG Asset Management.

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