La Grecia punta ai capitali all’estero

A fronte della situazione di grave crisi economica in cui verte la Grecia, il governo del Paese ha prontamente escluso la possibilità di ricorrere all’aiuto esterno, decisione peraltro condivisa dall’Unione europea, che ha ribadito la totale assenza di un piano di salvataggio per l’economia greca. Bruxelles per il momento si è limitata infatti a consigliare ad Atene una riduzione dei costi del lavoro per aumentare la competitività dell’economia e quindi facilitare la ripresa ma, da parte sua, il governo Papandreou esclude per il momento un congelamento dei salari in via generale, accogliendo invece la proposta, prima respinta, di ricorrere allo scudo fiscale. Dopo la vendita di obbligazioni statali la nazione vuole quindi avvalersi di una manovra per il rientro in patria di capitali detenuti all’estero, sulla scia del provvedimento italiano che ha riportato nelle casse statali quasi 5 miliardi di euro. Il governo greco prevede di rastrellare circa 1,5 miliardi di euro da questa manovra e la proposta sarà inserita nel piano di stabilizzazione che l’amministrazione dovrà presentare a Bruxelles entro il mese. A tal proposito i funzionari della Commissione e della Banca centrale europea hanno già incontrato il ministro dell’economia Louka Katseli, il ministro delle finanze Giorgio Papaconstantinou e del lavoro Andreas Loverdos, per chiedere una quantificazione e specificazione dei tempi e delle proposte che saranno inserite nel suddetto piano. L’Unione europea pare avesse già in precedenza raccomandato ad Atene una maggiore austerità, atta a contenere l’enorme deficit, in particolare attraverso una riforma delle pensioni.
L’articolo completo lo puoi trovare su Soldi,
in edicola in questi giorni

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!