Ultima finestra, niente boom

Siamo agli sgoccioli, entro tre settimane lo scudo fiscale sarà solo un ricordo. E per la maggior parte degli aderenti alla normativa per il rientro dei capitali dall’estero, lo scudo sarebbe già un ricordo, non fosse per il contraddittorio nato attorno all’anonimato. Come specificato da Saverio Perissinotto, amministratore delegato della Sirefid, società fiduciaria del Gruppo Intesa Sanpaolo, chi ha voluto aderire allo scudo lo ha fatto entro i termini del 15 dicembre 2009. In effetti, non ci sono grandi attese intorno a quest’ultima finestra temporale con l’aliquota a livello massimo del 7%, poiché i ritardatari “hanno puntato a concludere le pratiche entro il 28 febbraio, in modo da risparmiare quell’1% sull’imposta”, ha spiegato l’ad. Nel corso dell’edizione ter, “abbiamo seguito tutti i tipi di attività legate allo scudo”, ha spiegato Perissinotto in riferimento all’operato della Sirefid. “I nostri assistiti fanno parte della clientela del gruppo Intesa Sanpaolo e delle nostre associate estere quindi, nella maggior parte dei casi, abbiamo seguito le pratiche di una clientela già conosciuta, oltre ad una minoranza composta da esterni, spesso pervenuti a noi attraverso quei professionisti con cui collaboriamo”.
Per quanto riguarda la strategia guida della fiduciaria, Perissinotto spiega come fondamentale sia stato l’apporto di servizi, oltre ad una “costante assistenza al cliente, contraddistinta da una professionalità molto forte”. La Sirefid ha riscontrato, inoltre, una forte incidenza dei casi di rimpatrio giuridico all’interno delle numerose pratiche trattate, soprattutto dopo l’introduzione del mandato d’amministrazione d’immobili, seppur emerso con un certo ritardo.
La natura in evoluzione della normativa dello scudo, infatti, ha portato alcune difficoltà in riferimento allo svolgimento degli incarichi assegnati, come rivela l’amministratore delegato della fiduciaria: “Lo scudo è essenzialmente stato composto da circolari ministeriali, ispirate alle disposizioni vigenti per le edizioni antecedenti”, illustra. “Il periodo di attesa tra la circolare chiarificatrice di quella emessa in precedenza ha dato origine a ritardi, costringendo molti contribuenti a farsi avanti all’ultimo minuto”. Questa situazione, riscontra Perissinotto, ha portato alla formazione di una coda operativa: “Avendo noi optato per un approccio prudenziale”, spiega, “quindi volto alla valutazione specifica di ogni pratica, ci siamo trovati a dover gestire un alto numero di operazioni presentate tutte insieme”, situazione dovuta alla natura stessa della normativa, in costante evoluzione.
L’articolo completo lo puoi trovare su Soldi,
in edicola in questi giorni

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!