Outlook “insolitamente incerto”

Di cosa? Dell’incertezza che si percepisce sui mercati e che è diventata il vero market mover degli ultimi tempi e che, purtroppo, lo sarà ancora almeno per tutta l’estate. Le conferme ci arrivano dall’America, dove ieri è stato pubblicato il Beige Book.
Tale pubblicazione, definita formalmente “Summary of Commentary on Current Economic Conditions by Federal Reserve District” è un documento pubblicato periodicamente per riassumere lo stato di salute dell’economia statunitense, con un occhio particolarmente attento all’andamento dei consumi e alle condizioni del mercato del lavoro.

Le notizie in esso contenute sono relative ai 12 distretti in cui opera il sistema della Federal Reserve: ciascuna banca del sistema federale, infatti, invia le informazioni riferibili al proprio distretto e necessarie alla compilazione del report, che poi verrà completato e corredato con una serie di interviste ad economisti ed esperti di settore. Questo ci fa capire l’importanza di tale documento, che tra l’altro è l’unico che può essere consultato da cittadini privati.

Bernanke ieri, per descrivere l’outlook attuale per l’economia mondiale si è lasciato scappare un “insolitamente incerto”, a livello globale, che ci dimostra il grado di insicurezza che si è raggiunto. A differenza dell’ultimo report inoltre, quattro distretti hanno mostrato peggioramenti. Si tratta di Cleveland e Kansas City, che stanno vivendo un periodo di stallo e di Atlanta e Chicago, che addirittura hanno visto un rallentamento dell’economia.

I problemi rimangono gli stessi: disoccupazione preoccupante, immobiliare che non si riprende e mancanza di fiducia, sia da parte delle imprese che non tendono ad assumere nuova forza lavoro, sia da parte dei consumatori che, da un paio di mesi a questa parte, risultano essere molto preoccupati. Basti pensare all’indice sulla fiducia dei consumatori, che il mese scorso era atteso a oltre 60 punti ed è uscito a 54.3 (dato rivisto a rialzo, ma sempre preoccupante), dopo il quale è cominciata la discesa del dollaro americano nei confronti della moneta unica (riconosciamo in questo dato proprio la goccia che ha fatto traboccare il vaso). Per la rilevazione di luglio abbiamo assistito ad un ulteriore peggioramento, avendo raggiunto 50.4.

Un altro dato preoccupante è stato rilasciato ieri ed è relativo agli ordinativi di beni durevoli: un -1% contro aspettative di +1%. Il dato si commenta da solo, vista anche l’importanza per lo stato di salute dell’industria a stelle e strisce. Ultima nota dalla lontana Nuova Zelanda: come da attese sono stati rialzati i tassi da 2 ¾ % a 3.00%.

EurUsd – grafico 240 min

Vediamo ora la consueta analisi tecnica, dove il più scambiato eurodollaro non fornisce segnali chiari e continua il proprio momento di stabilità.
È da una settimana infatti che i prezzi sono confinati all’interno di un range di 90 punti, da 1.2950 a 1.3040 ed è difficile propendere per una o l’altra parte. Come idea di più lungo periodo continuiamo a considerare molto valida la linea di supporto, che oggi transita poco al di sopra di 1.29 figura: quindi ogni eventuale fuoriuscita a ribasso, da questo movimento laterale venutosi a creare, potrebbe essere visto come un’occasione per approfittare della risalita dell’euro.

Anche il dollaro, nei confronti dello yen, appare incerto sul da farsi, anche se in questo caso l’ampiezza del range mantenuto negli ultimi quattro giorni è maggiore, 180 punti. Per avere un’evoluzione chiara siamo in attesa del superamento di uno dei due livelli chiave, 87.60-88 e del doppio minimo a 86.30.

Dopo il quasi raggiungimento del primo obiettivo a 115 (ha toccato 114.75) il cambio EurJpy ha dato il via ad una discesa di più di una figura riportandosi velocemente verso il livello fondamentale come resistenza, sino a due giorni fa, 113.30. Potrebbe essere interessante ora ipotizzare una tenuta del supporto per una ripresa della moneta unica sino ad un ritorno nei pressi di 115.

Si è fermata sull’area di congestione di settimana scorsa la discesa del cambio AudUsd, successivamente alla pubblicazione dei dati di ieri notte. Non abbiamo visto un ritorno sino all’area indicata come molto appetibile di 0.8870, in quanto la tenuta del supporto intermedio di 0.89 l’ha impedito. Non è detta l’ultima comunque, in quanto gli oscillatori di medio periodo indicano ancora una possibile discesa, molto interessante a questo punto per mettersi a favore della ripresa della moneta australiana, seguendo così la tendenza evidenziata dal famoso triplo minimo di 0.8080 ad inizio giugno.

Continua la propria strada senza correzioni il cable. Siamo giunti a 1.5630 con la prossima resistenza chiave a poco più di una figura. Continuiamo a considerare valido per le prossime ore il livello di supporto a 1.55.
Qualche segnale di movimento arriva, grazie al cable, anche dal cambio GbpJpy. Abbiamo avuto, dopo due mesi, il superamento del livello di resistenza chiave a 1.3590-1.36.

È da seguire ora da vicino l’evoluzione in quanto i prezzi dopo una veloce salita sino a 137.50 sono ritornati a toccare il livello appena oltrepassato. Se questo dovesse tenere al tentativo di ritorno nel range, potremmo considerare il segnale un buono spunto per posizionarsi con la sterlina e seguirla nel ritorno verso l’obiettivo in area 140.

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