Fmi, i periferici non rischiano

Niente paura, gli spread in aumento e il super bund non significano che i paesi periferici europei siano a rischio default. A dirlo è stato ieri sera il Fondo Monetario Internazionale, ripreso da Ansa. “Ma le nazioni avanzate devono mettere in campo misure a lungo termine per controllare il debito senza ricorrere a interventi efficaci solo nel breve”.

L’Fmi in tre studi dedicati all’argomento, torna a spronare il varo di piani di aggiustamento credibili, specie a quei paesi, come l’Italia che mostrano limitati margini di manovra a causa dell’alto debito. L’ipotesi avanzata sulla stampa e da alcuni analisti di una sospensione dei pagamenti sul debito (default) dei paesi europei periferici è “non necessaria, indesiderabile e improbabile”.

Per l’Fmi il problema di questi paesi “non è tanto il costo del debito ma il deficit primario”. L’Fmi sottolinea quindi i costi del debito “si mantengono relativamente moderati” ma il problema “non è l’onere del debito ma il deficit primario” e per questo “la sospensione dei pagamenti non avrebbe molto senso per questi paesi”. L’organismo di Washington ricorda poi come l’alto debito dell’Italia, al 115,8% del Pil nel 2009 e con una stima al 124,7% al 2015, limiti gli spazi di manovra sul bilancio e rende il nostro paese, fra i paesi avanzati, uno di quelli con minore spazio fiscale.

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