Il petrolio rompe quota 100

Ieri è stata una giornata interessante dove abbiamo assistito a movimenti altalenanti, sia sulle borse, sia sui cambi, ma gli spunti più interessanti sono arrivati dalle commodity. Per quanto riguarda l’azionario, la situazione di incertezza continua, vedremo se oggi, dopo una notte in cui il mercato ha potuto digerire l’insediamento di Monti e la comunicazione della nuova squadra (super-partes) di governo, i mercati riusciranno a rompere i punti di resistenza passanti per 15.600 per quanto riguarda il nostro indice, oppure se si continuerà ad attendere qualcosa di concreto prima di dare fiducia all’Italia con acquisti pesanti.

Sul lato valutario continuiamo ad assistere a movimenti correlati, che vedono euro, sterlina e dollari australiani salire congiuntamente contro il dollaro americano e viceversa, mentre sulle commodity ieri abbiamo assistito ad una de correlazione tra i movimenti dell’oro e del petrolio. Potrebbe sembrare qualcosa dovuto alla pubblicazione delle scorte di petrolio negli Stati Uniti, che nella ultima settimana sono diminuite di 1.056,00 milioni di barili, ma non è così, dato che il dato è stato pubblicato alle ore 15.30 GMT, mentre il movimento è partito un’ora e mezza prima. Cos’è successo, innanzitutto? Il petrolio (WTI) ha rotto il livello di resistenza, nonché psicologico di 100 dollari al barile, portandosi ben al di sopra di 102.00, mentre l’oro è sceso in maniera importante, raggiungendo 1.754 dollari l’oncia prima di riprendersi e riportarsi sopra 1.760.

A nostro avviso il fatto che il petrolio, in un bel trend rialzista, si sia avvicinato nuovamente alla trendline nera, dove passavano anche le medie mobili esponenziali, ha dato un bellissimo segnale tecnico che ha fatto sì che i trader in materie prima girassero molte posizioni da long oro a long petrolio, andando ad aiutare la rottura delle resistenze e riuscendo a superare quota 102.00. La liquidazione delle posizioni di oro è avvenuta anche in presenza di piccole resistenze intraday. Ieri abbiamo avuto la pubblicazione dei dati relativi all’inflazione europea ed americana, che per cronaca riportiamo in quanto, non essendo attese mosse sui tassi in base alle loro rilevazioni, non sono risultate dei market mover: su base annua, Europa 3.0%, Usa 3.5% ( attese a 3.7%, buono per eventuali stimoli monetari da parte della Fed). Oggi giornata povera di dati da dedicare al sentiment puro di mercato.

Passiamo ad analizzare i livelli più importanti per quanto riguarda la giornata di oggi, cominciando dall’immancabile eurodollaro. La moneta unica sta scambiando sopra 1.3500 e ci troviamo proprio sul test della trendline discendente tracciata su un grafico orario dallo scorso 13 novembre. Esiste la possibilità che avvenga una rottura di questo livello, in tal caso potremmo arrivare a 1.3560, livello dove si è verificata per ben due volta ieri un’inversione. E dove transita la EMA 100. Anche i livelli di supporto (potenziali obiettivi ribassisti in caso di tenuta della trendline) sono ben chiari: 1.34 ¼, raggiunto già due volte è l’ostacolo da sorpassare per puntare 1.3375.  Solita solfa sul UsdJpy, 77.50 possibile livello di resistenza e 76.80 continua a risultare il nostro livello di breakout ribassista per ricercare un aumento di volatilità ed assistere alla continuazione della strada in calo. In caso di rottura a ribasso, l’importanza di avere degli stop in macchina aumenta, data la probabilità di potenziali interventi da parte della Banca del Giappone o del Ministero delle Finanze.

Per quanto concerne EurJpy, sta rispecchiando esattamente i movimenti dell’EurUsd, data la situazione di stallo di UsdJpy. 104.35 le resistenze, mentre 103.40 il livello di supporto. Per quanto riguarda il cable, dopo aver raggiunto 1.5700 abbiamo assistito ad una bella risalita, che ha riportato il cambio a 1.5750. Ci troviamo ora su un livello molto importante, dato dalla EMA21 grafico orario, che potrebbe fungere da resistenza dinamica. In caso di rottura di 1.5770 è possibile assistere a degli affondi fino a 1.5815, mentre in caso di tenuta si andranno ad attaccare nuovamente i minimi di stanotte. Il cambio EurChf si mantiene all’interno del range degli ultimi giorni e sembra volerci restare. Siamo vicini alle aree di resistenza passanti intorno a 1.24 ¼, dove gli stocastici potrebbero entrare in zona di ipercomprato e suggerire delle frenata dei prezzi, che potrebbero tentare di convergere verso 1.23 ¾. Per quanto riguarda UsdChf, il tentativo di rottura di 0.9200 si è fermato una trentina di punti dopo. Ci troviamo ora sulla EMA21 di un grafico orario e per 0.9140/50 passano i livelli precedenti che possono fungere da supporto.

Concludiamo con le commodity currencies. Se diamo uno sguardo al grafico orario dell’AudUsd, notiamo come ci troviamo in corrispondenza della media a 21, ma come ci sia spazio per salire ancora fino a 1.0150, livello suggerito da una mini-trend line tracciata dai massimi del 14 novembre. Quello potrebbe risultare il più importante livello di resistenza per la giornata. Supporti in area 1.0050. Per quel che concerne UsdCad invece, ci troviamo vicini alla media mobile a 100 periodi, che spesso funge da buon area di supporto dinamico, ma considerando la più recente price action (ci riferiamo proprio a ieri sera), notiamo come lo stocastico, che ha ben agganciato i movimenti dei prezzi dalla prima mattinata del 15, si trovi ancora ben lontano dall’ipervenduto, il che ci suggerisce un potenziale tentativo di rottura con obiettivo 1.0175.

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