Reti in città, per adesso la crisi è scansata ma il credit crunch è in agguato

Nei primi tre trimestri del 2011 “una fase di debole ripresa ha caratterizzato l’economia regionale” pugliese come riferisce la Banca d’Italia nel suo ultimo aggiornamento sull’andamento delle economie regionali italiane, “ma la sua prosecuzione appare condizionata da incertezze, soprattutto riguardo all’evoluzione della domanda interna e al finanziamento dell’economia”.

Se i livelli produttivi delle imprese industriali sono aumentati, trainati dalla forte crescita delle vendite sui mercati esteri, specie nei settori siderurgico, metalmeccanico e farmaceutico, spiegano gli esperti di via Nazionale, “il clima di fiducia degli imprenditori è rimasto sui livelli dell’anno precedente e ha contribuito a rallentare l’attività di investimento”, mentre sulle aspettative per i prossimi mesi paiono influire negativamente “le attese di riduzione degli ordinativi”. Il 2012 dunque si apre anche per la Puglia all’insegna dell’incertezza e dei timori di una nuova fase recessiva, ma già nel corso dei primi nove mesi del 2011 il settore delle costruzioni ha continuato ad accusare difficoltà sia nel comparto residenziale sia in quello delle opere pubbliche, spiegano gli economisti.

Tra i segnali positivi si nota invece come l’occupazione abbia proseguito il recupero iniziato nella seconda parte del 2010, “beneficiando dell’aumento degli occupati indipendenti”, mentre il ricorso alla cassa integrazione guadagni si è fortemente ridotto. Il credito alle imprese, a sua volta, ha continuato a espandersi “a un ritmo superiore a quello medio delle altre regioni, pur registrando un rallentamento, principalmente per effetto di politiche di offerta improntate a una maggiore restrizione”.

Il credit crunch è insomma evitato per ora, ma potrebbe materializzarsi a breve come conferma il fatto che anche i prestiti alle famiglie hanno mostrato un segnale di rallentamento “in corrispondenza con la debolezza del mercato immobiliare e con l’aumento dei tassi d’interesse” e che è proseguito il deterioramento della qualità del credito delle imprese, “con consistenti flussi di nuove sofferenze e incagli”. A Bari e dintorni, insomma, il problema principale per il 2012 rischia di non essere come investire il risparmio, ma quali fonti di finanziamento riuscire a reperire sia per le famiglie che per le aziende: un rischio, ma forse anche un’opportunità per quelle strutture che sapranno offrire risposte adeguate a questa esigenza.

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