Posta del pf: Bilancio in chiaroscuro per Mediolanum

 I numeri di Mediolanum, presentati giovedì 22 marzo, non potevano non solleticare gli interventi e i commenti dei nostri lettori. Ci scrive un “da molto ex family banker”: “Quello che i numeri dicono è che Mediolanum da trent’anni non crea valore né per i clienti né tantomeno per i family banker, che continuano a svenarsi e a guadagnare quasi nulla per tenere in piedi gli uffici della banca, bollette telefoniche ed elettriche comprese, sperando che un giorno Doris li faccia arricchire. Tanti auguri di grandi fortune a voi tutti, family banker”. Ma il sospetto del lettore è che ad arricchirsi saranno solamente gli azionisti di controllo del gruppo. In realtà, almeno a livello di andamento del titolo in Borsa, Mediolanum come altri gruppi finanziari quotati ha risentito in questi anni delle crisi e delle tensioni innescate prima dall’attentato delle Torri Gemelle del settembre 2001, poi dalla crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti del 2007, quindi dal crollo di Lehman Brother di fine 2008 e da ultimo dalla crisi del debito sovrano europeo lo scorso anno. Così, dal primo gennaio del 2003 a oggi la performance cumulata è negativa attorno al 30%, ma con una forte volatilità, dato che il titolo era calato sotto i 3,7 euro già nel marzo del 2003 per poi risalire oltre i 7,2 euro nel febbraio del 2006, mantenendosi sopra i 5 euro fino a fine 2008. Da allora, dopo aver sfiorato un minimo di 2 euro nel marzo del 2009 è dapprima rimbalzato fino ai 4,8 euro, poi ridisceso fino ai 2,3 euro per poi riportarsi alle attuali quotazioni di circa 3,65 euro a titolo. Così almeno per gli azionisti di minoranza aver guadagnato o perso è dipeso molto dal timing dell’investimento e dalla capacità di sfruttare a proprio vantaggio (oppure no) le oscillazioni di Borsa legate in gran parte a eventi esogeni. In gran parte ma certamente non solo, visto che sulla redditività del gruppo ha sicuramente inciso l’evoluzione del settore del risparmio gestito e l’aumentata pressione competitiva sui margini. Chi in compenso sembra abbastanza fiducioso sulla possibilità che nel prossimo futuro Mediolanum torni a essere un gruppo su cui vale la pena di investire sono gli analisti di Equita sim, che in un report diffuso nei giorni scorsi hanno migliorato il prezzo obiettivo portandolo da 3,7 a 4,3 euro per azione, dopo aver alzato le proprie stime sugli utili 2012 dell’11%. Non vuol dire che anche per i family banker del gruppo sia lecito attendersi un rialzo medio dell’11% dei propri guadagni, naturalmente.

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