2014 positivo, ma non per gli emergenti

Il 2014 sarà un altro anno di crescita moderata, e politiche monetarie generalmente ultra espansive. La crescita USA proseguirà il suo lento avvicinamento al potenziale che però, a causa dell’elevato debito e delle modifiche demografiche, è inferiore a quanto stimato prima della crisi”, queste le parole di Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital SGR.

“L’Europa uscirà faticosamente dalla recessione, ma la necessaria bonifica dei bilanci bancari, lungamente rinviata, i fardelli di debito pubblico che affliggono la maggioranza degli stati e l’ortodossia della Banca Centrale Europea zavorreranno l’economia, comprimendo a lungo i tassi di crescita. Il Giappone proseguirà sulla strada della ripresa imboccata con il varo delle misure note come Abenomics; robuste iniezioni di stimolo monetario permetteranno al paese di esportare la deflazione che l’ha afflitto per un ventennio”.

I paesi emergenti “continueranno a patire il ribilanciamento dei flussi di investimento in direzione delle economie industrializzate e la modifica del modello di crescita cinese, da una economia dominata dagli investimenti in infrastrutture, ad una basata su consumi e apertura ai mercati esteri”.

In questo contesto l’azionario statunitense conserva ancora “un leggero margine al rialzo, ma con volatilità in aumento. La progressiva riduzione del Quantitative Easing e il ritorno verso una politica monetaria tradizionale impatteranno sugli utili aziendali, controbilanciando in parte l’accelerazione della crescita.

Con riferimento ai tassi d’interesse “difficilmente la guidance della FED potrà compensare la riduzione degli acquisti. I treasuries restano un asset class rischiosa, insieme col credito, i cui spread non compensano adeguatamente il rischio.

In Europa, un ritorno alla crescita, ancorché lenta, produrrà un incremento generale dei margini, consentendo un recupero del gap verso gli USA. Caveat di questo scenario positivo è un aumento del rischio deflazione, o un ulteriore apprezzamento della divisa”, prosegue Sersale.

I bonds beneficieranno dell’inflazione bassa e della politica monetaria espansiva. Gli spread dei periferici continueranno a comprimersi, mentre i rendimenti dei bond core non dovrebbero fornire rilevanti sorprese.

Nella visione dell’SGR milanese in Asia le migliori opportunità di investimento continuano ad essere in Giappone, grazie all’aggressività della politica monetaria e fiscale. Inoltre il mercato cinese potrebbe beneficiare della progressiva apertura dell’economia deliberata all’ultimo summit del partito comunista, tuttavia “bond ed equity emerging restano un asset class da evitare”.

La crescita relativamente robusta e l’orientamento verso una politica monetaria meno espansività dovrebbero permettere al dollaro statunitense di guadagnare terreno contro l’euro e le altre principali divise. In particolare “la determinazione della Banca Centrale giapponese dovrebbe ottenere il risultato di indebolire significativamente lo Yen contro i principali cross”, conclude Sersale.

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