Azimut ha voglia di crescere

AZIMUT PUNTA A GRANDE ACQUISIZIONE – Azimut sembra pronta a rilevare in Italia una società di gestione dotata di una propria rete che dovesse essere messa in vendita da una banca e la borsa premia il titolo con un rialzo del 2,3%. La conferma dell’intenzione di fare shoping è arrivata dallo stesso numero uno del gruppo, Pietro Giuliani, in un’intervista, precisando che Azimut è in cerca di una “grande acquisizione” e che se si dovesse presentare un’opportunità favorevole il denaro necessario potrebbe essere raccolto “attraverso un bond convertibile o un aumento di capitale” cui si potrebbero sommare i circa 550 milioni di euro di cassa già disponibile.

QUALE SARA’ LA PREDA ITALIANA? – L’operazione potrebbe realizzarsi nell’arco di quest’anno o il prossimo ha aggiunto Giuliani precisando che al momento non ci sono colloqui in corso con nessuno. Quale potrebbe essere la preda, posto che Azimut nel luglio dello scorso anno ha già siglato un accordo che l’ha portata a rilevare per 10 milioni di euro il 51% di Augustum Opus sim, società guidata da Giuliano Cesareo, con accordi per salire progressivamente fino al 100% nei prossimi sei anni?

OCCHIO ANCHE ALL’ESTERO – Nonostante da tempo circoli l’ipotesi di un interesse per Banca GeneralI (che oggi rimbalza del 5,7% a Milano), la società controllata (al 51%) dal leone di Trieste, che in borsa capitalizza 2,55 miliardi di euro contro i 2,96 miliardi di Azimut, non sembrerebbe corrispondere al profilo tracciato da Giuliani nonostante molti analisti non escludano una graduale ulteriore discesa di Trieste nel capitale nei prossimi anni, così come non sembra avvicinarsi troppo Anima Sgr, attesa all’Ipo entro la prossima estate. Lo stesso Giuliani non ha invece escluso un interesse per Aletti-Gestielle se Banco Popolare dovesse decidere di cederne il controllo. Altrimenti Azimut potrebbe tornare a guardare all’estero, dove già opera dal Brasile alla Turchia, da Singapore alla Cina. Anche perché lo stesso numero uno ha più volte dichiarato di attendersi che da qui a dieci anni il patrimonio sotto gestione dei clienti esteri possa raggiungere e superare quello dei clienti italiani.

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