Novelli, Lemanik: la crescita non è solida come le banche centrali vogliono farci credere

 ATTENTI ALLE ECONOMIE EMERGENTI – La crescita non è così solida come le banche centrali vorrebbero farci credere. E’ il messaggio che lancia Maurizio Novelli (nella foto) gestore di Lemanik global strategy fund, nel suo commento macroeconomico mensile, “il lungo trend rialzista dei mercati azionari, iniziato dai minimi del 2009, è finito ed è lecito attendersi recuperi tecnici anche significativi, che non saranno però in grado di modificare le dinamiche in corso”, spiega Novelli, “il tutto scandito dall’incertezza di cosa succederà all’economia mondiale nei prossimi mesi”. I timori sull’economia cinese e le decisioni dalla Fed, che da oltre due anni dibatte se sia il caso di aumentare i tassi di 0,25% o meno, hanno iniziato a diffondere seri dubbi sulla salute dell’economia internazionale. Dopo oltre sette anni di crescita fragile ed incerta, puntellata da politiche monetarie super espansive, secondo Novelli le banche centrali iniziano ad essere in seria difficoltà nel continuare a far credere agli investitori che le cose vanno bene e andranno meglio. Nonostante un sorprendente Pil americano al 3,9% nel secondo trimestre, sono iniziate le revisioni al ribasso del Pil mondiale, in seguito ai noti problemi della Cina e alla crisi dei Paesi emergenti. A questo punto, il dubbio degli investitori è che i problemi delle economie emergenti possano creare danni anche alle economie più solide.

 
COME CAMBIA LA STRATEGIA DEL FONDO – La strategia d’investimento del global strategy fund rimane orientata ad una view di fondo negativa per i mercati azionari perché il contesto globale rischia di peggiorare ulteriormente. “Come ho avuto modo di argomentare più volte in passato, il dollaro forte è attualmente il principale problema per tutti coloro che si sono decisamente indebitati tramite questa moneta, come i Paesi emergenti”, scrive Novelli. “In più, dato che le problematiche cinesi sono state l’evento che ha scatenato il ribasso, solo dai policy makers cinesi può arrivare un supporto per i mercati perché Bce e Fed hanno ormai seri problemi nel convincere gli investitori sull’efficacia e sulla credibilità delle loro azioni”.
 

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