La scelta del principe

Il panorama finanziario italiano si è arricchito di un nuovo protagonista. Il principe Eric Ioan Sturdza è diventato socio di Sofia sgr sbarcando in Italia nel mondo del private banking nazionale.
Abbiamo incontrato Alberto Crespi, dg di Sofia sgr, per capire quali siano i piani di questa nuova joint venture. Crespi, un principe in sgr? Cosa vuol dire?
Eric è un banchiere ginevrino. Possiede due banche tra le quali la Banque Eric Sturdza, una società di wealth management, sempre a Ginevra, Coges Corraterie Gestion S.A. e due società di asset management con cui gestisce fondi a Lussemburgo e in Irlanda.
Un bel gruppo, direi…
Un gruppo molto importante, in Svizzera lo chiamano la Rolls Royce del private banking.
Qual è il razionale di quest’operazione?

In Italia il mercato del private banking sta cambiando a velocità altissima. Tutte le banche maggiori in Italia si stanno focalizzando su questa attività, visto che è l’unica che non richiede capitale. I clienti nella fascia tra i 3 e i 20 milioni di euro sono solitamente multi bancarizzati e mancano di un servizio di aggregazione dei loro portafogli. Per capire come servire questo genere di esigenza, abbiamo deciso di studiare a fondo il concetto di Family Office prendendo esempio da quello che viene fato in Paesi molto più sviluppati del nostro. In questa ricerca abbiamo trovato un punto di riferimento nel modello di Eric Sturdza che propone un private banking indipendente dalle grandi strutture bancarie, proprio come il nostro.
Rimane comunque una banca, mentre voi usate le banche del cliente…
Vero, ci sono due banche nel gruppo, ma anche una società di wealth management che funziona con il modello di external wealth manager su 14 banche terze: è la loro “Sofia sgr”, si chiama Coges Corraterie Gestion e sta a Ginevra. Noi siamo la stessa cosa: external wealth manager in Italia su varie banche.
Perché ci sarebbe questo grande interesse per il Family Office? E poi cosa intende lei per family office?
Per noi quella del family office è prima di tutto un’attività quantitativa. Si tratta di produrre report, analisi dei conti e studi indipendenti sulle posizioni che il cliente ha nelle varie banche con cui lavora. Generare un cockpit finanziario tutto suo, veramente private, per permettere al family leader di avere la visione consolidata del suo patrimonio totale, in molti casi non solo fatto di titoli bancabili. Una volta la clientela era meno sensibile quanto a questa esigenza, oggi con i tassi negativi, il rischio di bail in e il fatto che dopo la Voluntary Disclosure in molti abbiano deciso di mantenere le posizioni all’estero ha generato il bisogno di vedere il patrimonio tutto insieme, di dare una risposta a chi si chiede quale sia il suo vero DNA finanziario.
Questa è una cosa che esiste anche da noi, il consolidato finanziario qualcuno lo fa già…
Certamente, ma noi volevamo fare qualcosa di più, cercavamo un partner di grande esperienza da cui imparare a servire la clientela con un sistema di family office, e di wealth advisory che fosse stato provato nel tempo su mercati più evoluti di quello italiano. Eric Sturdza ci ha aperto un mondo nuovo che ci permette di dare al cliente un servizio davvero esclusivo e di grande efficienza.
Il gruppo Sturdza è famoso per alcuni suoi fondi 5 stelle Morningstar…
Vere e proprie eccellenze nei loro campi d’investimento. Pensi, sono fondi per ora ancora poco conosciuti in Italia, ma famosissimi in Europa. Il fondo Euro Strategic Value per esempio ha un track record straordinario ed è uno dei migliori produttori di alpha a livello mondiale.
Da poco a Lussemburgo Eric ha aperto una nuova sgr per gestire i fondi di Guillaume Dolisi, ex gestore di punta del mondo Bnp Paribas, un altro campione nella gestione del denaro che si aggiunge alla scuderia di Eric. Adesso stiamo proponendo il marchio Sturdza anche a livello di clientela istituzionale. Consideri che il mondo istituzionale per una boutique di wealth management come la nostra è sempre stato poco avvicinabile. Grazie ai prodotti di asset management del Gruppo Sturdza che sono veramente interessanti, anche il sistema degli istituzionali comincia a prenderci in considerazione.
Come cambia l’assetto societario e strategico con l’ingresso del Gruppo Sturdza?
L’assetto resta immutato, con piena indipendenza nelle scelte di gestione e commerciali. L’ingresso del gruppo Sturdza è avvenuto attraverso una quota di minoranza che nella visione del nuovo azionista verrà ampliata e ritoccata ma lasciando inalterato il modello di Sofia. Al momento stiamo studiando sinergie che andranno a valorizzare la partnership, ma sempre nell’ottica della completa indipendenza.

Alessandro Rossi

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