Consultique, come ottenere un rendimento nel settore obbligazionario

RICERCA DI RENDIMENTO NEGLI INVESTIMENTI OBBLIGAZIONARI – Le dinamiche del mercato obbligazionario europeo sono per molti versi interessanti, considerando diversi aspetti come la liquidità delle emissioni, il corretto pricing del rischio in capo al singolo emittente (sia esso governativo o societario) e di conseguenza il rendimento accettato dall’investitore. In Europa, in particolare  nell’area euro, da diversi mesi i differenziali di ritorno tra i titoli di stato del gruppo PIIGS e quello dei titoli tedeschi (o finlandesi, o austriaci) ha preso una direzione precisa, dando così modo ai trader dei fondi speculativi di prendere scommesse sullo stato di salute o meno dei governi meno virtuosi. Il risultato, sotto gli occhi di tutti, è stato che il mercato obbligazionario “regala” capitali alla Germania o paesi simili (in termini di rigore di governabilità) in cambio di rendimenti appunto nulli se non negativi per l’investitore. Si pone quindi un problema di ricerca di rendimento nel panorama degli investimenti obbligazionari, perché è pur vero che bisogna prima pensare di proteggere il proprio capitale, ma anche di salvaguardare il suo potere di acquisto nel tempo combattendo l’inflazione.

NON SOTTOVALUTARE L’ASPETTO VALUTARIO – Il lavoro che presentiamo è una ricerca inerente quello che, all’interno del mercato di risparmio gestito italiano, possiamo trovare per migliorare il profilo di rendimento dei nostri investimenti obbligazionari curandone la qualità e quindi il rischio. Anche il mercato valutario, in parallelo con quello obbligazionario, evidenzia per ora tendenze forti e chiare e cioè quelle di una valuta Euro molto debole nei confronti di quasi tutte le valute di paesi sviluppati (per non parlare dei paesi in via di sviluppo) e quindi la scelta di un investimento (volto a diversificare un portafoglio ma anche a cogliere un ritorno) deve considerare anche l’aspetto valutario.  La seguente tabella mostra semplicemente quello che hanno reso i primi 10 comparti sicav o fondi comuni in un periodo che va dal luglio 2011 al luglio 2012. La selezione è stata fatta sulla base dei fondi autorizzati al collocamento in Italia (classe retail) e filtrata in maniera tale da considerare quei fondi che alla data di rilevazione hanno masse in gestione superiori ai 150mln di Euro e un rendimento (total return) superiore al tasso di inflazione dell’area Euro (a maggio 2012 pari al 2,4% anno su anno nella modalità headline).

Tabella 1: I primi 10 strumenti gestiti per rendimento nell’anno luglio 2011/2012

Fonte: Elaborazioni Consultique SIM su dati Morningstar Direct

DIVERSIFICAZIONE VALUTARIA – Appare subito chiaro come una ricerca nel campo degli investimenti obbligazionari che esulano dall’area euro possa portare buoni risultati se si decide di aggiungere una componente di diversificazione valutaria. Infatti i rendimenti ai minimi storici dei titoli di stato tedeschi e l’euro in picchiata sulla maggior parte delle valute monitorate fanno degli investimenti in strumenti area dollaro o asiatica delle soluzioni molto interessanti. In questa speciale classifica sono proprio gli investimenti in titoli obbligazionari asiatici (con possibilità di puntare anche sulle valute locali anziché il dollaro Usa) a farla da padrone. Una nota di merito va data anche ai fondi investiti in asset diretti americani e in attivi legati ai paesi del Nord Europa (tutta la Scandinavia esclusa la Finlandia) che hanno sfruttato la forza relativa della propria valuta per calamitare capitali da investitori privati e istituzionali. Ora analizzeremo questa speciale selezione per tipologia di area geografica prescelta cominciando proprio con gli investimenti in sottostante asiatico (sia diretto tramite i fondi focalizzati su titoli cinesi che su panieri diversificati).


Tabella 2: I primi strumenti gestiti per rendimento nell’anno luglio 2011/2012 area Asia

L’investimento in sottostanti diversi da Euro porta di conseguenza (e come vedremo dipende anche dalle aree geografiche prescelte) ad un rischio, inteso come volatilità, maggiore. A questo punto sarà importante analizzare ogni singolo gestore e ogni profilo di fondo comune per cercare di contenere il rischio sulla duration o sulla qualità degli emittenti sottostanti il portafoglio.

Tabella 3: I primi strumenti gestiti per rendimento nell’anno luglio 2011/2012 area USA

L’area dollaro americano ci offre diversi spunti per un diversificazione della parte obbligazionaria, anche come valuta. La volatilità è un fattore in questa scelta così come anche una lettura attenta ed analitica del prospetto informativo in merito a politica e filosofia di investimento.

Tabella 4: I primi strumenti gestiti per rendimento nell’anno luglio 2011/2012 area Nord Europa

Una delle aree geografiche più vicine e più solide da un punto di vista di sistema economico è sicuramente la Scandinavia, un’area geografica ben governata e soprattutto dove le riforme convincono gli operatori finanziari sulla loro credibilità. Qui in rendimenti sono davvero interessanti a fronte di una volatilità quasi sempre sotto il 10% e con drawdown massimi non superiori al 5,5% nell’anno considerato.

Tabella 5: I primi strumenti gestiti per rendimento nell’anno luglio 2011/2012 area Australia e Canada



Per rimanere in area dollaro, osserviamo anche i risultati di una selezione fatta per il Canada e Australia, che con un rischio sottostante davvero molto limitato riescono a realizzare profitti più che soddisfacenti con rischi di forti correzioni limitati. Anche l’area UK è oggetto di interesse da parte degli investitori: qui i rendimenti sono stati nell’ordine della doppia cifra nell’anno considerato con statistiche di rischio di tutto rispetto.

Tabella 6: I primi strumenti gestiti per rendimento nell’anno luglio 2011/2012 area UK

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