Bce, Sileoni (Fabi) attacca i favori concessi alle banche tedesche

Il segretario generale della Fabi non è certo uno che le manda a dire. Ieri sera, infatti, durante la trasmissione “Fuori dal coro” in onda su Rete4 è andato all’attacco delle banche tedesche. Lo ha fatto in un momento in cui la discussione è particolarmente accesa, in seguito alla notizia di ieri riguardante la decisione dell’Alta Corte tedesca di chiedere alla Bce di spiegare, entro tre mesi e in modo ampio e dettagliato, le motivazioni del quantitative easing deciso dall’allora presidente Mario Draghi nel 2015 e così dimostrare che non fosse sproporzionato. Pena, l’uscita della Bundesbank dal piano di acquisti.
Sileoni ha battuto sul tasto dei favori che, secondo lui, sarebbero stati concessi alle banche tedesche negli anni precedenti: “Quattro anni fa la Banca centrale europea ha preteso la vendita dei prestiti deteriorati da parte delle banche con l’acquisto di quei crediti da parte di società specializzate nel recupero crediti e almeno la metà sono fondi stranieri”, ricorda Sileoni, “Ma il recupero di quei crediti avviene con modalità alquanto discutibili. Una banca avrebbe impiegato più tempo, ma alla fine avrebbe recuperato il cliente. Quando finisce in mano alle società di recupero crediti, invece, il cliente muore, perché deve pagare e basta: viene letteralmente strozzato, tant’è che abbiamo assistito a gente che si è tolta la vita. Alcune operazioni che sono state permesse alle banche tedesche non sono state permesse alle banche italiane».

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