Incredibile schiaffo di Gianroberto Costa, presidente di Fondazione Enasarco e della maggioranza del consiglio d’amministrazione ai due ministeri vigilanti, quello dell’Economia e quello del Lavoro. Oggi, infatti, il board a maggioranza (9 voti favorevoli e 5 contrari) ha deciso di non ottemperare le indicazioni dei due dicasteri (vedi notizia) a proposito delle elezioni, secondo le quali si doveva procedere alle votazioni dal 20 maggio al 3 giugno prossimi. Per Costa e la maggioranza del cda della Fondazione, invece, non si voterà prima del 31 luglio in base alla fine dell’emergenza sanitaria come stabiliva un articolo di un recente decreto governativo: da lì Costa si prenderà dieci giorni per convocare un board e deliberare sui tempi delle votazioni che slitterebbero quindi a metà settembre.
Il diktat dei due ministeri era arrivato dopo che il consiglio della Fondazione con due delibere prese a maggioranza (10 favorevoli e 5 contrari) il 26 marzo e l’8 aprile scorsi aveva rinviato “sine die” il voto, originariamente previsto dal 17 al 30 aprile scorso, per l’insorgere dell’emergenza Covid-19. Resta il fatto che altre casse previdenziali, come Inarcassa e Enpam, hanno comunque votato in periodo di pandemia attraverso il voto telematico.
L’ultimo rinvio aveva scatenato (vedi notizia) un duro attacco a Costa da parte di Luca Gaburro, Antonino Marcianò, Alfonsino Mei, Davide Ricci e Gianni Guido Triolo, i 5 consiglieri – rappresentativi di Anasf, Confesercenti, Federagenti e Fiarc – che avevano votato contro il rinvio delle elezioni online e che insieme compongono la lista unitaria “Fare Presto!”, candidata alle guida dell’ente per il prossimo quadriennio. “Questo rinvio – avevano detto – quando mancano appena 10 giorni allo svolgimento delle elezioni online, pare pretestuoso e illegittimo, in special modo alla luce di quanto fatto dalle altre casse previdenziali iscritte all’Adepp che invece hanno regolarmente votato online pochi giorni fa o che andranno a votare online nelle prossime settimane: Enasarco ha una maggioranza che intende distinguersi per l’attaccamento alle proprie posizioni di privilegio, in spregio alle indicazioni del Ministero”.