Anche Wildenstein apre in Cina

Infatti, nella città che ha da pochissimo ospitato le olimpiadi, il mercato dell’arte funziona diversamente da quello occidentale, gli artisti vanno controcorrente e si ribellano al sistema e alla politica delle gallerie locali, che di solito pagano poco gli artisti che consegnano le opere guadagnando però molto con la vendita al pubblico. Risultato, le opere vengono vendute direttamente dagli artisti ai collezionisti privati o consegnate in asta.

“L’obiettivo delle gallerie come Pace Wildenstein è quello di introdurre un po’ d’ordine ed equità nella situazione” ha spiegato il direttore Leng Lin.
 La prestigiosa galleria dovrà fare anche i conti con il problema dei falsi ancora molto presente su tutto il territorio cinese. Da tempo infatti i falsari hanno abbandonato le copie dei maestri impressionisti francesi per le opere dei ormai quotatissimi connazionali quali , Wang Guangyi, Zhang Xiogang e Yue Minjun.

L’altro grosso problema da affrontare dalla galleria e da chiunque voglia approcciare il mercato dell’arte cinese sarà quello del collezionismo puro e delle speculazioni, secondo un recente sondaggio infatti su 500 collezionisti privati solo 50 sono animati da un sincero ed incondizionato spirito di amatore e di mecenatismo, i restanti sono solo degli speculatori che potrebbero prima o poi far vacillare un mercato già di per sé altamente fragile ed imperfetto.

La prima mostra inaugurale (fino al 21 settembre 2008) si chiama “encounters” e propone opere di artisti del calibro di Jeff Koons, Richard Prince, Cindy Sherman, Andy Warhol e dei maggiori artisti cinesi contemporanei.

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