Mediobanca, la ricerca: come i colossi del web hanno eluso le tasse

Nel lasso di tempo che va dal 2019 al 2022, alcuni colossi mondiali come Tencent, Microsoft e Alphabet hanno potuto agevolare di un risparmio fiscale rispettivamente di 19,2 miliardi, 12,3 miliardi e 7,1 miliardi, determinati dalla tassazione in Paesi a fiscalità agevolata.

A dirlo è stata una ricerca condotta da Mediobanca che ha analizzato i dati dei primi nove mesi 2023 e del triennio 2019-2022 delle 25 maggiori aziende del web e del software internazionali per ricavi, di cui 11 con sede negli Stati Uniti, 10 in Cina, 2 in Germania e una in Giappone e Corea del Sud.

Come riportano diverse testate, nel 2022 circa un terzo dell’utile ante imposte delle maggiori WebSoft mondiali è stato tassato in paesi a fiscalità agevolata, con un risparmio di 13,6 miliardi nel 2022 e di 50,7 miliardi cumulati nel periodo 2019-2022. L’aliquota media è risultata pari al 15,1% nel 2022, inferiore a quella teorica del 21,9%.

E il fisco italiano? Nel 2022 le filiali dei giganti del WebSoft hanno versato nelle nostre casse circa 162 milioni, per un tax rate effettivo del 28,3% che, considerando anche l’accantonamento per il pagamento della Digital Service Tax, salirebbe al 36%.

Dal 2024, però, anche in Italia dovrebbe diventare operativa la “Global minimum tax”, che porterà ad applicare l’aliquota del 15% sugli utili realizzati dalle multinazionali con fatturato annuo superiore a 750 milioni.

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