Il consulente e il falso mito del lupo di Wall Street

A cura di Giacomo La Mosca

Il film “Il lupo di Wall Street”, diretto da Martin Scorsese e uscito nel 2013, è basato sulla vera storia di Jordan Belfort, un agente di cambio americano che fu arrestato nel 1996 per riciclaggio e truffa. Il film racconta la storia di Belfort e della sua scalata al successo nel mondo della finanza, attraverso truffe e speculazioni.

Il film è stato un grande successo commerciale e critico, vincendo cinque premi Oscar, tra cui quello per il miglior attore protagonista a Leonardo DiCaprio. Tuttavia, il film ha anche sollevato polemiche per la sua glorificazione della figura di Belfort, un truffatore che ha causato ingenti danni ai suoi clienti.

Mi sono ritrovato sabato sera ha rivedere il film.
Il figlio ventenne di un mio amico frequenta con grande entusiasmo i corsi di vendita di Belfort.  A mio avviso il film è ambiguo perché può indurre i giovani a pensare che truffare sia un modo per avere successo.

Il film è un'”americanata spettacolare”, ma che poco ha a che fare con la realtà. Per lo meno con quella italiana. La finanza è un mondo complesso e regolato, e truffare è un reato grave che può portare a gravi conseguenze. I film come “Il lupo di Wall Street” potrebbero incoraggiare i giovani a seguire un modello sbagliato.

Belfort viene infatti dipinto, pur nell’ambito di un racconto paradossale, come un uomo di successo e affascinante, che ha raggiunto la ricchezza e la fama attraverso la sua abilità truffaldina. Questo messaggio può essere pericoloso per i giovani, che possono essere indotti a pensare che truffare sia un modo per avere successo.

 

Ciò mi fa pensare che al di là del fatto che il cinema spesso privilegia la figura del “cattivo” per evidenti ragioni di tradizione e di consuetudine, potrebbe essere un’idea proporre il modello di un eroe positivo inserito nel mondo della finanza, ossia svolgere un ruolo educativo a fianco di quello di intrattenimento e narrazione.

Un Belfort “onesto” di certo capace di sedurre il pubblico e portarlo a sé e offrendo questo un messaggio di fiducia verso istituzioni ed enti che operano nel settore con deontologia e sostanziale correttezza? Potrebbe funzionare no? Potrebbe perfino essere un esempio virtuoso.

Il film sottovaluta le conseguenze della truffa: il film mostra le conseguenze della truffa solo in modo superficiale, concentrandosi sugli aspetti divertenti e spettacolari. Questo messaggio può essere fuorviante, perché la truffa può causare danni economici e psicologici molto gravi alle vittime fino al suicidio.

In conclusione,  se pure  “Il lupo di Wall Street” rimane un esempio notevole di film efficace e di grandissimo successo, creare un contraltare con “un drago di Piazza Affari” che dir si voglia potrebbe ottenere i classici due piccioni con una fava: da un lato intrattenere il pubblico con un racconto eccitante e attuale e dall’altro metterlo in guardia dai mille pericoli che affrontiamo ogni volta che sono in ballo i nostri risparmi, alla faccia dei molti Jordan Belfort che incontriamo sul nostro cammino e che non aspettano altro che…. fregarci.

Il lupo di Wall Street contro JACKFLY chi avrebbe la meglio? Tu che ne pensi?

 

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