Senza dimenticare i Bric destinati a crescere

Quali opportunità è in grado di offrire la Cina? Se per alcuni esperti il mercato azionario cinese è scambiato a premio (ossia sopravvalutato) per Kathryn Koch, client portfolio manager di Goldman Sachs Asset Management esistono delle buone opportunità soprattutto per il lungo periodo. Nel breve termine infatti “i principali rischi sarebbero legati ad un rallentamento della ripresa economica, alla diminuzione della propensione al rischio e a passi falsi degli indirizzi di politica economica” racconta Koch. “Riteniamo che i trend positivi dei mercati emergenti sostengano una tesi d’investimento orientata alla crescita nel lungo termine. Parte di questa crescita impressionante è iniziata da un punto di partenza talmente basso che c’è ancora un significativo potenziale di sviluppo. Inoltre riteniamo che una forte crescita economica sia ancora sostenibile, supportata da una serie di fattori tra cui fondamentali solidi e in miglioramento sia a livello dei governi sia delle aziende, forte livello della domanda interna”. In particolare per GSAM i fattori che potrebbero favorire questo mercato sono: il rapporto debito/PIL che è inferiore a quello dei paesi sviluppati; i fondamentali delle aziende dei mercati emergenti sono robusti, lo dimostrano i livelli più alti degli indici ROE (Return on Equity) e i più bassi valori del rapporto debito – patrimonio netto rispetto al passato e ai concorrenti presenti nei mercati sviluppati. Inoltre i trend demografici favoriscono i mercati emergenti; così come gli elevati investimenti nelle infrastrutture e l’avanzamento tecnologico contribuiscono ulteriormente ad una forte crescita. E a livello di area geografica, secondo GSAM, i mercati preferiti restano quelli dell’area BRIC. “Secondo noi i paesi BRIC presentano un modo interessante per gli investitori per una serie di motivi: costituiscono una parte significativa delle opportunità nei mercati azionari globali; nei prossimi anni i paesi BRIC cresceranno più rapidamente rispetto ad altri mercati emergenti e ad un tasso nettamente superiore a quello delle economie sviluppate; trarranno un beneficio più che proporzionale dallo sviluppo degli scambi intra-BRIC” sottolinea il client portfolio manager di GSAM. Infatti il commercio intra-BRIC come spiega l’esperta “è aumentato rapidamente negli ultimi dieci anni e tre dei quattro paesi che compongono l’area hanno un altro paese dei BRIC fra le prime due controparti commerciali, riducendo ulteriormente la dipendenza dai paesi sviluppati”.
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