Anima, come “avvicinare” il lungo termine

UNA CONVINZIONE MESSA A DURA PROVA – L’esperienza di molti risparmiatori negli ultimi 15 anni ha messo a dura prova la convinzione, suffragata da solide evidenze empiriche, che le azioni nel lungo periodo tendono sempre ad apprezzarsi, che si era affermata negli anni ‘80 e ‘90. Da una parte, di questa considerazione i professionisti degli investimenti non possono non tenere conto, tanto nella proposizione dei prodotti finanziari, quanto nella relazione con i clienti finali. Occorre, in altri termini, accettare il fatto che i risparmiatori privati spesso non possono o non intendono attendere il fatidico “lungo periodo” per cogliere i frutti di un investimento finanziario.

NUOVE SOLUZIONI – Si rende pertanto necessario partire da tali esigenze, talvolta latenti, per lo sviluppo di nuove soluzioni di investimento. Anima ha lavorato molto in questa direzione e propone soluzioni che puntano a partecipare alle fasi di rialzo dei mercati, difendendo il capitale nelle fasi di ribasso e contenendo la volatilità. L’ambizione ultima è quella di generare rendimenti assoluti positivi anche nell’ambito di orizzonti temporali più brevi e il più possibile vicini all’idea di “lungo termine” dei risparmiatori. Ciò anche grazie a tecniche di gestione evolute che vanno di pari passo con l’adozione di processi di controllo dei rischi avanzati.

UN TEAM DI RISK MANAGEMENT – Anima, ad esempio, si è dotata di un team di risk management dedicato che conta su oltre 10 risorse – un risk manager ogni 4 gestori – e che si avvale di raffinati strumenti di valutazione e gestione del rischio. Resta comunque confermata l’importanza, dal punto di vista finanziario, del lungo periodo quale efficace ‘strumento’ che consente di cogliere al meglio le opportunità offerte dalle ‘asset class’ rischiose. Vanno dunque nella giusta direzione iniziative normative come i Pir (piani individuali di risparmio a lungo termine) a livello domestico e gli Eltif (European long term investment funds) a livello europeo, volte ad incentivare, anche fiscalmente, l’investimento di lungo e lunghissimo periodo. In definitiva, laddove non arriva l’educazione finanziaria, possono arrivare incentivi ben calibrati.

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