BlackRock, segnali positivi per le azioni asiatiche

SEGNALI DI INVERSIONE DI TENDENZA – Dopo cinque anni di forti revisioni al ribasso degli utili sui mercati azionari asiatici, emergono oggi incoraggianti segnali di attenuazione di questo trend, spiega Andrew Swan, managing director and head of Asian fundamental equities fdi BlackRock. Una svolta che potrebbe dipendere da una semplice revisione delle aspettative precedenti – irrealisticamente elevate, ad esempio nel caso del potenziale di riforma in India o del decollo delle società Internet cinesi – è la gradita prova che le società stanno adottando un approccio più disciplinato alle spese in conto capitale e al RoE. Unitamente ai primi segnali di incremento della domanda, questo ci rende più ottimisti in merito alla creazione di un contesto di offerta e domanda più equilibrato, che nel lungo periodo dovrebbe tradursi in un maggior potere di determinazione dei prezzi per le società asiatiche. Malgrado l’abbondante capacità produttiva dovuta all’eccessivo ottimismo in merito all’Asia e in modo particolare alla crescita cinese, che ha determinato anni di incremento delle spese in conto capitale, emergono oggi segnali di una maggior disciplina d’impiego dei capitali. Negli ultimi anni, quando la Cina pareva essere un motore di crescita semplicemente inarrestabile, le società avevano incrementato in modo significativo la capacità produttiva. Il drastico incremento dell’offerta ha così superato la domanda, determinando un periodo di deflazione caratterizzato da pressioni sui prezzi e da revisioni al ribasso degli utili dovute alla compressione dei margini. Dopo questa fase di abbondante offerta, le società asiatiche si sono impegnate, negli ultimi anni, a ridurre le spese in conto capitale. Un fatto evidente nella riforma del lato offerta e nei consolidamenti settoriali a livello regionale avvenuti in Cina, che inducono le società locali a concentrarsi sui margini e sui rendimenti anziché sulla crescita dei volumi della top-line. Con la diminuzione delle concorrenza e della capacità in eccesso, assistiamo a un ritorno delle tensioni sui prezzi nel sistema, che aiutano le aziende a riguadagnare potere di determinazione dei prezzi, spiega Swan.

VICINI ALLA SVOLTA
– Sul lato domanda, vista la scarsa fiducia in merito alla domanda futura, le società hanno conservato i contanti anziché investirli nelle rispettive attività, malgrado i tassi di interesse ai minimi storici. Di recente, tuttavia, abbiamo notato un’inversione di tendenza e le società asiatiche hanno cominciato a ridurre i saldi di cassa tramite operazioni di riacquisto di azioni e un incremento dei dividendi. Riteniamo inoltre incoraggianti i primi segnali di incremento della domanda, evidenti nel miglioramento di alcuni indicatori anticipatori, come la domanda di cemento, le costruzioni e le vendite di immobili. Crediamo che l’Asia sia prossima a un punto di svolta e che la migliore gestione dei capitali, i controlli più rigorosi sulla capacità produttiva e i primi segnali di ripresa della domanda dovrebbero creare un solido trampolino per un incremento e una maggiore sostenibilità dei rendimenti azionari nella regione.
Tra i motivi di ottimismo, secondo Swan, troviamo i seguenti punti:
– Il ritmo delle revisioni al ribasso degli utili in Asia è diminuito – grazie alla maggiore disciplina d’impiego dei capitali da parte delle società – ed emergono i primi segnali di un incremento della domanda
– Un contesto di domanda e offerta più equilibrato in Asia offre un’opportunità di acquisto interessante per i titoli azionari asiatici.
 Questi invece i principali motivi di pessimismo:
– Con la ripresa della crescita della top-line, le società e i governi potrebbero tornare alle cattive abitudini del passato e perseguire un’espansione eccessiva
– La domanda resta debole e sono necessari ulteriori tagli dell’offerta, che potrebbero avere un impatto negativo sull’occupazione e, di conseguenza, sui trend dei consumatori.

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